tellKujira, il quartetto apolide
Un quartetto d’avanguardia, stilisticamente apolide, a tratti ipnotico. Chi ha provato a definire il collettivo tellKujira ne ha parlato in questi termini. Si tratta di una formazione tutta italiana che schiera Ambra Chiara Michelangeli (viola/fx), Stefano Calderano (chitarra/fx), Francesco Diodati (chitarra/fx) e Francesco Guerri (cell) e si presenta come una sorta di quartetto da camera imperfetto, ossia due chitarre elettriche al posto dei violini, il tutto condito da effettistica elettronica.
Si esibiranno domenica alle 18 sul palco di Spazio Rimediato. Il sound versatile di tellKujira, nato da lunghe sessioni di improvvisazione, è un incontro tra musica contemporanea e free jazz, capace di ricondurre in paesaggi ora neoclassici, eleganti e romantici, ora post-rock, rumoristici e stridenti, ora più vicini ad un’elettronica ambient, al contempo celebrali, decostruiti, spogliati. Nella decostruzione di ogni tipo di linguaggio, una sorta di frammentazione degli elementi, di matrice avanguardistica, apre ad una forte libertà all’interno del rigore compositivo.
Il curioso nome scelto per questa creatura, che ha la volontà di avere un’identità propria forte e personale pur nel suo continuo mutare compositivo spinto da continua ricerca, è un misto di inglese e giapponese, nato dalla suggestione del telefono del vento, una cabina bianca con all’interno un vecchio telefono nero senza alcuna linea, sito in un giardino ai piedi del Kujira Yama (Monte della Balena), vicino a Fukushima. Un luogo reale, dove ogni anno confluiscono numerosi visitatori, dove poter parlare con i propri cari defunti, o semplicemente liberare le proprie emozioni.
Non è tanto il genere musicale di riferimento, ma come viene affrontato. Improvvisazione e frantumazione dei suoni stanno alla base di un interplay tra i membri del gruppo che non è mai fine a sé stesso: c’è sempre una visione chiara alla base dei rumorismi e delle note suonate, qualcosa che ci pare parente stretto del post-rock quando investe su certi crescendo concertati – anche se il campo di applicazione rimane ovviamente diverso – e che permea ogni idea musicale che si ascolta. Una costruzione nella decostruzione, un’organizzazione nell’improvvisazione, una ricombinazione continua di dettagli musicali che lascia davvero senza parole. Il concerto è organizzato in collaborazione con Polarville.