Il Natale alla mensa dei poveri nel ricordo di padre Quirino
Una luce che continua a splendere, quella di padre Quirino Salomone, guida spirituale e punto di riferimento socio-culturale del Movimento celestiniano. A poco più di un mese dalla sua scomparsa, la sua mensa si appresta a vivere un Natale particolare in cui, nonostante tutto, la sua eredità si fa sentire. Qualcosa lo si è già percepito venerdì scorso in occasione della cena di beneficenza, la prima senza padre Quirino. “Avevamo paura che la serata fosse meno partecipata del solito, non potendo più contare sul suo carisma”, spiega Paolo Giorgi patron della Fraterna Tau, “e invece tante persone si sono riunite proprio nel nome e nel ricordo di padre Quirino: abbiamo servito 164 coperti raccogliendo poco più di 4mila euro a supporto della mensa dei poveri“.
L’ATMOSFERA. “A tavola”, riprende Giorgi, “tanti benefattori di sempre ma anche molte persone che sono venute a cena da noi per la prima volta. Alla serata ha partecipato anche padre Francesco Rossi, guardiano di San Giuliano che ci ha aiutato a tracciare un profilo significativo di padre Quirino”. Ai partecipanti è stato mostrato anche un video che racconta un po’ la storia del Movimento. Ad animare la serata è stato il coro parrocchiale di San Demetrio ne’ Vestini. La sera della Vigilia di Natale, i locali della mensa dei poveri a piazza d’Armi hanno ospitato una cena tradizionale alla presenza di una quindicina di alcune persone indigenti, oltre che dei migranti e rifugiati accolti dalla struttura. “Abbiamo esteso l’invito a tutte le persone che frequentano la mensa“, sottolinea Giorgi, “ma non tutti hanno avuto la possibilità di raggiungere L’Aquila la sera di Natale anche a causa del maltempo”. C’è stata comunque musica dal vivo e c’è stata una festa con canzoni e prodotti, in un ambiente multietnico, fino a tardi, in attesa della messa di mezzanotte. LA
SITUAZIONE. In questi giorni, il numero degli utenti della mensa dei poveri resta stabile, ma la situazione resta delicata anche considerando i numeri della Caritas diretta da don Dante Di Nardo dove sono circa 300 i pacchi a settimana smistati nel tentativo di dare un’aiuto tra viveri e altri beni di prima necessità. Un bacino che riguarda circa 6mila assistiti complessivamente. Un lavoro prezioso e capillare. “Alcune famiglie aquilane fortunatamente sono uscite dalla condizione di indigenza”, valuta ancora Giorgi, “magari riaprendo le attività una volta che sono cessate le condizioni delicate che ne hanno determinato la chiusura temporanea. Per molti, la situazione economica resta delicata e anche all’Aquila registriamo casi di famiglie che devono far fronte all’emergenza abitativa”.
L’APPELLO. Di qui l’appello: “Sulla scia dell’esempio di altre città abruzzesi, gli enti locali dovrebbero mettere a disposizione di chi non ha un tetto degli alloggi, magari utilizzando strutture rimaste inabitate del progetto Case”. Una proposta che tiene conto del progressivo spopolamento di alcune aree degli alloggi antisismici anche nelle immediate prossimità dell’area di piazza D’Armi, come ad esempio il complesso di Sant’Antonio. “Noi potremmo offrire, a titolo gratuito, il nostro contributo nella gestione di questi spazi”, sottolinea Giorgi, “magari mettendo a disposizione della collettività l’esperienza che abbiamo maturato sul campo in questi anni di accoglienza qui negli spazi di piazza d’Armi”. Spazi che ora qualcuno propone di intitolare a padre Quirino che, d’altra parte, diceva spesso in riferimento allo storico presidio militare insediato in questa zona: “Dove prima c’erano le armi, ora si fa solidarietà”.
di Fabio Iuliano – articolo apparso, con qualche modifica, anche sul Centro