L’Aquila Capitale della Cultura 2026, perché crederci
15 Settembre 2023 Condividi

L’Aquila Capitale della Cultura 2026, perché crederci

Diciamoci la verità, non sarà facile. Tra le ventisei città italiane e le unioni di Comuni in lizza come Capitale della Cultura 2026 figurano, insieme all’Aquila, delle realtà metropolitane capaci di intercettare circuiti internazionali. Si potrebbe parlare, tra tutte, di Rimini o di Lucca il cui solo Summer Festival è in grado di richiamare artisti di caratura mondiale  tra cui, di recente, anche il premio Nobel Bob Dylan.

Però c’è da crederci lo stesso, vuoi perché il capoluogo è pronto a perfezionare l’unico dossier in tutta la regione (c’è da farlo entro mercoledì 27 settembre), vuoi perché la parola finale verrà data a fine marzo 2024, due settimane dopo il termine dell’audizione pubblica dei dieci progetti finalisti. Un periodo in cui per la città si avvicina un momento importante: quindici anni dal terremoto del 2009. Anni difficili che però hanno visto la città rivoluzionare i suoi paradigmi, portando avanti una serie di percorsi di rinascita socio-culturale che giocoforza hanno dovuto affiancare la ricostruzione materiale. “In questi anni”, ha ricordato il sindaco Pierluigi Biondi, in chiusura di Perdonanza, “ci siamo impegnati per fare dell’Aquila un modello di affrancamento dalla marginalità mettendo a sistema natura, innovazione, architettura, cultura, enogastronomia, trasformando le fragilità in opportunità di crescita”. Tra le scelte strategiche perseguite, la rilettura creativa della memoria, l’apertura ai saperi, l’inclusione.

NEL SEGNO DI CELESTINO. La capacità della Perdonanza moderna di riscoprire e valorizzare il messaggio autentico e universale di Celestino V è stata premiata dal riconoscimento Unesco, così come dalla visita di Papa Francesco e il successivo “regalo” dell’Anno della Misericordia, le cui potenzialità – va detto – non sono però state sfruttate a pieno. Sempre nel tentativo di valorizzare la Perdonanza, dando linfa a quel “canto di rinascita” in cui trovare la forza e l’ostinazione per guardare avanti, la regia degli eventi laici è stata affidata al maestro Leonardo De Amicis, personaggio di spicco nell’ambito musicale e televisivo.

CAMBIO DI PASSO. La sua duplice direzione artistica, tra Perdonanza e Cantieri dell’Immaginario, ha regalato alla città un cartellone variegato, in grado di accompagnare le ultime estati con selezioni  tra musica e teatro di qualità. In particolare, i Cantieri dell’Immaginario – finanziati anche con fondi Restart – hanno registrato una sinergia importante tra realtà cittadine piccole e grandi, a partire dal Teatro Stabile d’Abruzzo,  I Solisti Aquilani, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Teatro Zeta, New Sounds & Beyond e Conservatorio “Alfredo Casella”, Gruppo Emotion, Teatro dei 99, Spazio Rimediato. MAXXI. Quelle stesse sinergie territoriali che il Maxxi L’Aquila ha saputo trovare nel portare avanti dei programmi che hanno integrato e completato il programma di appuntamenti. Proprio ieri è stato inaugurato il festival Performative che si appoggia ad Accademia delle Belle Arti e Conservatorio, amplificandone le potenzialità formative e l’attrattiva. Dal 2015 poi, la città ospita la parte più importante della maratona del Jazz italiano per le terre del sisma, un altro regalo arrivato grazie alla fantasia e alla generosità di musicisti come Paolo Fresu, con il supporto dell’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini.

EQUILIBRI. A proposito di ministri. Anche se il processo che porterà a dicembre a definire la “short list” delle 10 finaliste e, dunque, a definire la Capitale, è puramente tecnico e specialistico, non sfugge che, rispetto al 2021 (quando si scelse la Capitale per l’anno successivo) le dinamiche governative sono ben diverse. In tal senso, qualsiasi carta può essere determinante a definire gli equilibri. Gioca sicuramente a favore, la scelta del capoluogo come sede della Film Commission, così come un ruolo possono giocarlo i centri di eccellenza per quello la ricerca come Univaq, Gssi, Infn. Il resto, lo fa la progettualità, anche guardando al territorio e alle sue montagne. “L’Aquila può diventare città laboratorio delle aree interne”, ha assicurato Luigi Sacco del Comitato incaricato per la redazione del dossier, di cui fanno parte anche Alessandro Crociata, Valeria Pica e Claudio Calveri. “Questa candidatura può sviluppare un potenziale particolare, questa città può essere presentata come un multiverso in cui tante realtà coesistono: multiculturalità, multidisciplinarietà, multiservizi”.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro

I DIECI PUNTI DI FORZA

– Percorsi di rinascita socio-culturale a quasi 15 anni dal  sisma

– Cartellone estivo 

– Perdonanza patrimonio Unesco

– Anno della Misericordia 

– Maratona Jazz e festival Performative

– Teatro Stabile d’Abruzzo

– MAXXI

– Sede cittadina della Film Commission

– Ricerca e formazione: Univaq – Accademia delle Belle Arti – Gssi

– Rapporti con le aree interne