Il jazz, l’arte e la memoria
Il tocco sicuro di Marcello Magliocchi su legno e metallo genera vibrazioni che rimbalzano sulle finestre del Maxxi. Dai colpi si genera il suono della natura pura, secondo le intenzioni dell’artista che passa in rassegna le sue sculture sonore in una performance che anticipa idealmente i due appuntamenti artistici di settembre, Panorama (in programma dal 7 al 10) e Performative_03 (dal 14 al 16). La maratona del Jazz italiano per le terre del è anche questo, con i suoi cinquanta palchi per altrettante sfumature di genere in una due giorni che a rinnovato la sua vocazione sperimentale. Acid jazz, Bebop, Cool jazz, Dixieland, Free jazz e Fusion hanno riempito le 15 postazioni allestite nel centro storico, con una partecipazione complessiva di 25mila persone, secondo le stime degli organizzatori.
IL PARCO DELLA MEMORIA. Dopo la caratteristica partita a scacchi vivente che aveva aperto la giornata di sabato, la mattinata di domenica ha visto un abbraccio ideale alle popolazioni di Siria e Turchia colpite dal sisma dello scorso febbraio al Parco della Memoria a piazzale Paoli. Sul palco il musicista azero Fakhraddin Gafarov in trio (Davide Marzagalli, sax e clarinetto; Simone Amodeo, percussioni, lo stesso Gafarov, tar e flauti). In scaletta anche canti popolari della tradizione dell’area circoscritta tra Iran, Azerbaigian e Armenia e l’attuale Turchia. Il tutto presentato in una chiave jazz grazie al sax o al clarinetto. “Questo parco”, ha ricordato il sindaco Pierluigi Biondi, “simboleggia e testimonia il ricordo per le vittime del sisma del 2009 e le radici della vita. Ma non è stato concepito come un museo: per stessa volontà dei parenti delle vittime deve diventare fulcro di attività sociali e artistiche”.
TRA LE POSTAZIONI. Nella due giorni, sono state diverse le performance particolarmente apprezzate dal pubblico, a partire dall’esibizione di Gegè Telesforo “Big Mama Legacy” sabato sera sul palco principale di San Bernardino. Sempre sabato, particolari energie con Cesare Dell’Anna a piazza Chiarino con i catanesi Cratere Centrale (jazz funk), prima del dj set di Alex Paletta da Radio Capital. Ieri è stata la volta dell’attesa performance del trio Accordi Disaccordi al parco del Castello. Alla chitarra solista, l’abruzzese Alessandro di Virgilio. In concerto anche il brano “Stay” tratto dalla colonna sonora del film documentario “Fabrizio De Andrè & Pfm. Il concerto ritrovato”, così come una piccola selezione dal loro ultimo album “Decanter”: un crossover di generi (gipsy jazz, melodie classiche, virtuosismi chitarristici e atmosfere cinematografiche). “Abbiamo sempre sognato di fare musica per i film”, hanno detto dal palco, “abbiamo iniziato a suonare ispirandoci a Woody Allen”.
LA DECIMA EDIZIONE. Intanto già si pensa alla decima edizione della rassegna jazz: i direttori artistici saranno Francesco Diodato, musicista e docente di conservatorio all’Aquila, Ugo Viola (direzione senior) e Gabriele Mitelli (nuove sperimentazioni). “Per noi si tratta di un appuntamento importante”, ha detto ancora il sindaco, “stiamo già pensando a un programma all’altezza, con delle novità particolari da introdurre”.