Nona di Beethoven e Traviata tra le rovine di Alba Fucens
10 Aprile 2023 Condividi

Nona di Beethoven e Traviata tra le rovine di Alba Fucens

La Nona Sinfonia di Beethoven e la Traviata di Verdi: due grandi produzioni di musica classica sono chiamate a far vibrare l’anfiteatro romano di Alba Fucens in occasione della prossima edizione di Festiv’Alba, arricchendo un cartellone che già rende omaggio al jazz con il Sassofonista Jan Garbarek (lunedì 31 luglio), al progressive con la Premiata Forneria Marconi (martedì 1 agosto) e alle contaminazioni con il cantautore metropolitano Mannarino (domenica 6 agosto).

NONA SINFONIA. Domenica 30 luglio, sarà proprio la celebre Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, con ben 160 musicisti sul palco tra voci soliste, coro e orchestra, ad inaugurare il ciclo dell’anfiteatro che conterà, complessivamente, 12 spettacoli di rilievo scelti da Harmonia Novissima, l’associazione organizzatrice che nei prossimi giorni svelerà altri 7 appuntamenti tra cui 2 concerti, 3 spettacoli di teatro antico e classico con firme autorevoli del mondo della prosa, oltre a 2 eventi di teatro moderno con musica dal vivo. Ad Alba Fucens arriverà una grande produzione corale-sinfonica, messa in piedi per celebrare i 200 anni dalla composizione del capolavoro beethoveniano (completato nel 1823 e poi eseguito per la prima volta l’anno successivo) che vedrà in campo formazioni ed interpreti dalle quattro province della regione: l’Orchestra sinfonica abruzzese, il Coro dell’Accademia di Pescara, la Corale Novantanove di L’Aquila. Sul palco Sara Rossini (soprano), Cecilia Bernini (contralto), Riccardo Della Sciucca (tenore), Rocco Cavalluzzi (basso). La direzione è affidata al maestro Pasquale Veleno. Non si può comprendere appieno la natura della Nona Sinfonia di Beethoven, se non si considera che prese vita dopo oltre undici anni dall’epoca di quella fase fruttuosa che aveva visto la nascita di tutte le restanti sinfonie, dalla Prima all’Ottava. Tanti avvenimenti e interessi si erano affacciati sull’esistenza di Beethoven, tanto di vita politica, con la caduta di Napoleone e la volontà restauratrice del Congresso di Vienna, quanto nella vita privata. L’uomo che si accinge alla composizione della Nona è maggiormente concentrato verso un nuovo modo espressivo. L’attacco della Nona ha un qualcosa di iniziatico: la prima sensazione è quella di una musica che arrivi da lontano, un’idea che sarebbe poi stata ripresa fedelmente da Wagner per l’incipit dell’Oro del Reno, quasi a voler rappresentare il principio della vita. La Freudenmelodie – melodia della gioia – ha reso celebre in tutto il mondo questo capolavoro, tanto da divenire l’inno dell’Unione Europea. Il finale della Nona Sinfonia lascia dietro di sé una scia di entusiasmo, uno slancio verso ciò che c’è di buono.

LA TRAVIATA. Tra gli appuntamenti classici di Alba Fucens, dunque, anche La Traviata, la più famosa e popolare opera lirica di Giuseppe Verdi, che lunedì 7 agosto sarà rappresentata in versione integrale dall’Orchestra emiliana Terre Verdiane, dal Coro dell’Opera di Parma con grandi voci nei ruoli principali e ricco apparato di scenografie, luci e costumi. La Traviata è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave. È basata su La signora delle camelie, opera teatrale di Alexandre Dumas (figlio), che lo stesso autore trasse dal suo precedente omonimo romanzo. Viene considerata parte di una cosiddetta trilogia di Verdi, assieme a Il trovatore e a Rigoletto. La prima rappresentazione della Traviata, al Teatro La Fenice di Venezia, il 6 marzo 1853, non ebbe il successo sperato. A causa della critica alla società borghese, peraltro, l’opera fu rimaneggiata dalla censura e messa in scena con alcuni pezzi totalmente stravolti. Sempre per sfuggire alla censura, dovette essere spostata come ambientazione cronologica. Oggi invece, anche per le rivoluzionarie e ardite tematiche trattate, la perfezione melodica e l’asciuttezza ed efficacia delle orchestrazioni, l’opera è considerata uno dei capolavori di Verdi ed una delle più grandi opere mai scritte; è tra le opere più rappresentate al mondo.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro