Città addio, ora si sceglie l’Abruzzo selvaggio
«Cercavo un posto dove ritirarmi a scrivere in tranquillità. I miei amici Ettore e Gigliola Scola mi hanno invitata a casa loro a Pescasseroli e stando fra queste montagne sono rimasta affascinata dai boschi, conquistata dal paese e dai suoi abitanti. Così ho scoperto il Parco». Scrittrice, poetessa, drammaturga e sceneggiatrice, Dacia Maraini ha un legame molto forte col territorio del Parco nazionale d’Abruzzo: ha una piccola casa a Gioia dei Marsi dove passa lunghi periodi. E tra questi monti porta avanti qui una serie di iniziative culturali.
Per anni, è stata alla direzione del Festival di Gioia Vecchio, sua è anche l’iniziativa annuale Pescasseroli Legge che ha visto la luce nel 2018. Nel 2013 Pescasseroli le ha anche conferito la cittadinanza onoraria. «Per me è importante potere passeggiare in mezzo ai boschi», si è trovata a scrivere per una guida di Repubblica. «Mi piace camminare nelle zone più trascurate, in mezzo ai fitti alberi di lecci e noccioli, lì dove qualche volta si incontrano i cervi, i camosci, le volpi. Molte volte ho incontrato nelle mie passeggiate dei cervi. Sono degli animali curiosi, hanno qualcosa di fiabesco, si fermano a osservarti senza paura. Forse sanno che qui nel Parco sono difesi e nessuno può cacciarli».
Aree protette in Abruzzo che rappresentano pace, silenzio e concentrazione. Quell’attrattiva che ha influenzato la comunicazione di un altro parco della zona, il Sirente-Velino che in questi giorni si racconta attraverso le storie di chi ha scelto le sue terre per ripartire, con un’idea o con un progetto imprenditoriale e di vita. Storie di chi si è messo alle spalle tutto quello che costituiva la sua quotidianità, scegliendo di abitare nel cuore dell’Abruzzo interno per scrivere nuovi capitoli di vita.
Una campagna di comunicazione, “Nato altrove rinato qui” del Parco Sirente Velino, pensata ai tempi della pandemia: quando in molti erano alla ricerca di spazi in cui uscire e in cui fosse possibile passeggiare per qualche momento di serenità, lasciando la mascherina a casa. Un momento storico che ha dato nuova linfa al turismo lento, dolce: quello dei Cammini e dei borghi che costellano le montagne d’Abruzzo. Nel caso di Francesca Di Donato, ad esempio, la natura del Parco Sirente Velino è diventata cornice ideale del Country Club “Il Riccio”, a Rocca di Mezzo. Qui, in questi anni, ha anche assistito alla nascita dei suoi primi puledrini. Francesca è rinata nel 2018, quando ha deciso di lasciare Roma ed è arrivata in Abruzzo con la sua famiglia e il suo bambino. Alessio Di Giulio, invece, è giunto da Milano.
La sua meta è stata Fontecchio, dove gestisce una struttura turistica a basso impatto ambientale, la Casa Torre del Cornone, con 20 anni di esperienza alle spalle come responsabile educazione per il Wwf. «A volte la vista di un paesaggio può emozionarti e convincerti, tanto da indurti a compiere un passo coraggioso». Rinascere all’ombra del Sirente. E poi c’è Cristina Caselli, che è arrivata a Rocca di Mezzo da Roma. Lavora nella In-Fattoria, un’azienda agricola con fattoria didattica, tra le montagne di Rocca di Mezzo, dove si è realizzato il sogno di una vita più sana. Dopo qualche anno l’ha raggiunta anche sua figlia assieme alla sua famiglia. La campagna comunicativa, promossa dal presidente del Parco, Francesco D’Amore, e dal direttore, Igino Chiuchiarelli, nasce da un’idea di Sabrina Ciancone, sindaco di Fontecchio, ed è stata curata da Sandromengadv Comunicazione integrata. Scriveva Henry David Thoreau, «Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto».
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro / Ansa