Scoprire l’arte dalla finestra: l’idea di Pulvirenti
Con i suoi post aveva cercato, a suo modo, di “colorare” le difficili giornate in cui un po’ tutti stavamo prendendo consapevolezza del Coronavirus. E questo, a partire da quel 10 marzo 2020, il primo vero giorno di lockdown in Italia, quando Emanuela Pulvirenti aveva condiviso immagini e impressioni sull’”arte di restare a casa”. Mercoledì 7 dicembre, alle 18, l’architetto e docente sarà all’Aquila alla Galleria 99 (piazzale Trony) per presentare il suo nuovo libro, Il mondo alla finestra (Rizzoli).
Un volume in cui l’autrice racconta la storia dell’arte attraverso la cornice di tante splendide finestre. Stefano Carnicelli, moderatore della presentazione, parla del testo come un atlante per conoscere da vicino molti dipinti di straordinaria bellezza che hanno fatto la storia dell’arte. Il lettore, quindi, non può che mettersi comodo, appoggiarsi al davanzale di tante finestre e scoprire le meraviglie che l’arte è stata in grado di offrire nel corso dei secoli. L’autrice è brava con le parole; le addomestica e le pone al servizio delle opere. Da docente e critica d’arte, culla e accarezza i dipinti con descrizioni sublimi e accattivanti. L’autrice non propone la solita didascalica annotazione a margine, ma si spinge ben oltre.
L’appuntamento è organizzato dall’associazione Il Cielo Capovolto e dalla libreria Mondadori di Roberto Maccarrone, con interventi di Pina Vecchioli (architetto, scrittrice, insegnante). Le letture saranno curate dall’attrice-giornalista Barbara Bologna.
«La scrittura», spiega Pulvirenti, «è il riflesso dei miei interessi e del mio curriculum: oltre ad architetto, sono dottore di ricerca in Fisica tecnica ambientale con specializzazione in illuminotecnica. Ho fondato lo Studio Triskeles Associato specializzato nella progettazione della luce. In particolare ho curato l’illuminazione di musei, chiese, aree archeologiche ed esterni urbani monumentali (tra questi l’interno del Duomo di Monreale e la villa romana del Casale a Piazza Armerina).
Quanto influisce la luce nel rapporto con l’arte?
Molto. Anche perché la luce è una componente importante nella pittura occidentale. Tra i miei artisti preferiti c’è Rembrandt che viene da una tradizione che per la luce ha una sorta di devozione. Anche per una ragione geografica: in Sicilia, dalla luce ci si deve quasi proteggere in alcuni periodi dell’anno. Invece, molti artisti del nord sembrano anelare alla luce.
Il suo è anche un lavoro divulgativo, come nasce questo impegno?
Sicuramente con la scuola e l’insegnamento e i tanti progetti dentro e fuori le aule. Dal 2014 collaboro con la casa editrice Zanichelli come formatrice e autrice di testi scolastici e risorse per l’insegnamento. Tra il 2021 e il 2022 ho partecipato diverse volte alla trasmissione Geo su RaiTre come divulgatrice di storia dell’arte.
E poi ci sono il blog didatticarte.it e i social.
Quello è un canale diretto che alimento con la curiosità. Spesso i post nascono spontanei, su suggestioni del momento.
di Fabio Iuliano – il Centro