Addio a Maurizio Gallucci, il ricordo dei figli
È scomparso all’hospice ex Onpi, al termine di una breve ma devastante battaglia con una malattia diagnosticata a fine novembre, Maurizio Gallucci, imprenditore 63enne originario di Barisciano, con alle spalle un passato nella Coldiretti. Ai suoi figli, Jacopo, di 27 anni, ed Elisa, 31, aveva trasmesso l’amore per i prodotti tipici e per la vecchia attività di suo padre Silvio, trasformata in un pub elegante nel cuore del paese, “In piazza”.
Un locale relativamente piccolo la cui storia aveva attraversato varie generazioni. Era l’inizio degli anni Sessanta quando nonno Silvio Gallucci decise di tornare al suo paese d’origine mettendo a frutto oltre dieci anni di esperienza in Venezuela come macellaio. Nacque così la macelleria negli stessi locali che oggi ospitano il pub, proprio nel cuore della storica piazza Trieste.
A due passi c’era il bar. La macelleria chiuse negli anni Settanta, mentre il bar restò sino al 1984 sotto diretto controllo della famiglia Gallucci e fu dato in gestione restando comunque aperto sino al 2009. Negli ultimi anni, il nuovo corso proprio con i suoi ragazzi, che aiutava curando i rapporti con i fornitori. Gallucci, in qualità di coordinatore provinciale, era stato tra i promotori di Campagna Amica, il mercato voluto dalla Coldiretti per la valorizzazione dell’offerta agroalimentare di qualità del territorio.
«Non potevo ricevere notizia peggiore», ricorda Lorenzo Vaccari, «un grande amico, un gran collaboratore, con cui si era collaborato per emergenza fieno e foraggio nel Centro Italia e per il sisma dell’Aquila. Maurizio ci ha lasciato, non ho parole ha lottato fino all’ultimo come lui sapeva fare ma purtroppo stavolta ha vinto la malattia; da oggi veramente il mondo del volontariato e il mondo agricolo hanno perso una grande persona».
Gallucci era anche uomo di sport, specie nelle attività di montagna, con la sua mountain bike percorreva chilometri, ma era anche appassionato di calcio e aveva avuto incarichi dirigenziali in associazioni sportive. Era ai vertici della Federazione del tiro al volo e praticava le bocce.
«Ci hai insegnato tanto, soprattutto a essere tenaci e determinati, la caratteristica che ti rappresentava di più. Ci hai lasciato tanto. Faremo tesoro di tutto», scrive Elisa anche a nome del fratello Jacopo e della madre Roberta Ianni.
Sulla rete, anche il dolore della sorella Maria Clara: «Al capolinea della vita con dignità, forza e coraggio. Fai buon viaggio, fratello mio».
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro