Arbace: per gli spazi d’arte la battaglia è contro la paura
Ingressi scaglionati, turni di apertura da rivedere, dispositivi igienici, specifiche di sicurezza imposte dalla normativa e dal comitato di verifica. Una corsa contro il tempo per garantire la riapertura dei principali musei abruzzesi, ma soprattutto per dare una continuità e futuro a questi laboratori di bellezza, anticorpi del male. Primo fra tutti a riaprire, più di una settimana fa, è stato il Museo nazionale d’Abruzzo, nel complesso architettonico dell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, sito in Borgo Rivera, di fronte alla fontana delle Novantanove Cannelle. Una struttura tornata a inaugurare una nuova fase, dopo l’interruzione legata al coronavirus.
Sabato dovrebbe essere la volta dei due musei archeologici di Chieti, della Casa museo d’Annunzio di Pescara e del Castello Piccolomini di Celano. Ieri c’è stato il sopralluogo del comitato nelle strutture. Sono state individuate delle piccole, insignificanti, difformità rispetto ai protocolli adottati nelle ultime settimane. Niente che non sia risolvibile nel giro di poche ore di lavoro. Il via libera alla riapertura è atteso tra oggi e domani, in tempo utile. Il prossimo passo riguarderà luoghi come l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone a Sulmona.
«Riaprire non basta», valuta Lucia Arbace, direttore regionale di Musei Abruzzo. «Bisogna lottare contro paure e ritrosie da parte degli utenti, dopo questi mesi di lockdown. La differenza potremo farla solo quando potremo iniziare a riprogrammare eventi e occasioni di incontro». Il 30 giugno, ad esempio, è attesa all’Aquila la presentazione di una pubblicazione dedicata al Munda. «Sarà l’atto conclusivo del mio mandato», sottolinea la Arbace.
Come sono andati questi primi giorni al Munda?
Il primo giorno è stato importante e significativo, così come quando nel 2015 il museo tornò a nuova vita a Borgo Rivera, lasciando temporaneamente i locali del Castello cinquecentesco. Abbiamo ricevuto la visita del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, così come di alcune troupe televisive. Purtroppo, i giorni a seguire non sono andati altrettanto bene, in termini di visite. Molte persone sono spaventate, disorientate da questa situazione. La riapertura del Munda ha richiesto un lavoro preliminare notevole e impegnativo per garantire la massima sicurezza ai visitatori. Ci tengo a sottolineare che il Munda può accogliere i visitatori in tranquillità, ognuno viene accolto da un addetto che misura la temperatura con i rilevatori laser scanner che sono a norma e in linea con le indicazioni, all’interno ci sono dei percorsi in maniera tale che sarà garantito il distanziamento, ma senza compromettere la qualità della visita e la fruizione del nostro patrimonio artistico. Inoltre, fino a quando si potrà, stiamo distribuendo in regalo ai visitatori il fascicolo a colori “L’Aquila rinasce”, pubblicato in collaborazione con la rivista D’Abruzzo.
Quali altre iniziative si possono attuare per vincere la ritrosia dei visitatori?
La vera differenza riusciremo a farla con gli eventi, tra concerti e conferenze. Ovviamente c’è da attendere il via libera del governo, si parla della metà del mese prossimo. All’Aquila riprenderemo con le conferenze legate al ciclo delle mura e il 30 giugno presenteremo un volume dedicato proprio al Munda. .
Quale eredità lascia ai suoi successori?
Tra poco lascerò il testimone nelle mani di due nuovi dirigenti. A uno consegnerò il Munda come un museo destinato a crescere ancora in termini di affluenza e gradimento, dotato di un’ottima squadra da implementare e di servizi educativi di eccellenza in convenzione con l’associazione D-Munda. Resta da attuare il progetto già finanziato per la realizzazione di un passaggio coperto e di un’area esterna attrezzata per eventi. La vera prospettiva è però legata al recupero e alla riapertura della sede storica, la fortezza spagnola, ancora oggetto di lavori strutturali, nonché alla capacità di dialogare con il Maxxi L’Aquila e con le altre realtà cittadine ancora al palo come il Museo Signorini Corsi. All’altro collega consegnerò una rete museale che ha guadagnato il plauso di un pubblico in costante crescita e un aumento delle concessioni di spazi per matrimoni e spettacoli di successo, con concerti che in passato contavano anche 4mila persone come alla Civitella di Chieti.
Una sfida che passa anche attraverso le calamità che hanno colpito questa terra.
Ho iniziato a lavorare in Abruzzo guidando la Soprintendenza ai Beni artistici e il recupero del patrimonio danneggiato dal sisma e non solo. Ho approvato centinaia tra restauri e interventi di recupero. Una sfida, certo. Ma se non mi fossero piaciute le sfide, sarei rimasta a prendere il sole in una spiaggia della mia Capri.