Il sound di Maiorano consola Berlino
Due chitarre dietro a una transenna coperta da un nastro bianco e rosso. La schiena di Alex Maiorano appoggiata al muro mentre intona la sua Pearly white teeth, una delle 4 canzoni proposte nel mini-set acustico improvvisato sul balcone. Pochi accordi ben calibrati e un testo dalle suggestioni romantiche. La vita che scorre sulle strade di una Berlino che è alle prove tecniche di quarantena.
Le strade semivuote e la gente affacciata alle finestre, tanto che a fine canzone nasce spontaneo un applauso. Un breve video che, attraverso l’etere, rimbalza fino in Abruzzo, compiendo a ritroso un viaggio che circa 10 anni fa si trovò a fare il musicista: da Sulmona alla capitale tedesca. «Siamo partiti in due», racconta. «Con me c’era, e c’è ancora, Alessio d’Alessandro, il nostro batterista.
Suoniamo insieme da quando siamo ragazzini. All’inizio provavamo nel garage di casa a Sulmona». La prima esperienza semi-professionale è arrivata con un gruppo punk che ha iniziato a muovere i primi passi più o meno bene con qualche data nella Penisola. «Tuttavia», riprende Maiorano, «non ci volle molto per renderci conto che vivevamo in una realtà troppo piccola. Decidemmo così di trasferirci a Berlino». Qui sono arrivate le prime esperienze live e le prime sperimentazioni. Un sound che via via si è delineato in un percorso tra folk e blues basico, con il morso di una rock and roll orchestra avvelenata dal primo rhythm and blues, dirty soul, sprazzi di calypso e sonorità black.
Un percorso sfociato nella formazione attuale, il cui sound è il frutto è delle esperienze e dei gusti di otto persone diverse, unite dall’amore della musica. Del resto, Berlino è una città piena di musica, di ogni genere, da ogni parte del mondo. Le diversissime contaminazioni, influenze e sfumature riflettono l’anima libera e internazionale della città. «Per questo», si sono trovati a spiegare i musicisti della band, «il nostro genere è difficilmente identificabile. Siamo troppo “puliti” per la scena garage punk e troppo “sporchi” per quella soul-funky». Maiorano è diventato il nome del gruppo: simpatico il tutorial della pagina ufficale www.maiorano.band che dà indicazioni sulla giusta pronuncia (“My-Oh-Ra-No”) a uso da chi proviene da un sistema fonetico anglosassone.
Qualche anno fa, Alex & co si facevano chiamare The Black Tales. Nel 2018, la formazione è stata in tour in Italia, Spagna, Francia, oltre che in Germania, per promuovere l’album “Glorious Days” (registrato a Roma). Tra i palchi, anche quello dell’Irish Cafè dell’Aquila, in un appuntamento targato Novenove City Rockers che ogni anno fa transitare nel capoluogo abruzzese decine di band e artisti internazionali. Lo scorso anno, è stata la volta di vari festival in Europa e Australia che hanno visto la band suonare canzoni del prossimo album, la cui uscita è attesa nell’arco di quest’anno.
Il tour in terra australiana è terminato solo poche settimane fa. «Siamo tornati a Berlino», aggiunge il frontman, «e abbiamo visto tutte queste difficoltà legate alla pandemia». Della formazione attuale fanno parte due ragazzi di Chieti, Mick Del Grosso e Simone Grifo e Nicola Battistelli, altro protagonista del concerto sul balcone di cui si parlava all’inizio. L’ultimo singolo si chiama City of Love. «Stiamo registrando demo per il nuovo album che registreremo a Berlino appena tutto questo sarà finito», spiega Maiorano, «ora restiamo a casa e guardiamo a questa situazione con un po’ di apprensione».