r(E)sistere: sesta puntata
Un anno mi ritrovai a fare il commissario esterno di inglese al Liceo scientifico, all’Aquila.
Era il 2015. credo.
Ho studiato da ragioniere (ebbene sì e perdonate il coming out) tuttavia, all’epoca del mio diploma, la scuola si trovava nello stesso plesso.
Quindi, idealmente, ero tornato da commissario nello stesso luogo che, più o meno venti anni prima, mi aveva visto da candidato.
E ricordo, in particolare, una mattinata di inizio estate dalle temperature improponibili. Dalle finestre della scuola neanche una bava di vento.
Si presenta questa ragazza con la cartellina del percorso multidisciplinare. Si parla di musica, intuisco dai disegni sul cartoncino.
Inizia a declinare il suo topic nelle varie materie: italiano, scienze, storia, matematica. Poi tocca a inglese (la mia materia). E lì l’esposizione si interrompe. La giovane si mette a cantare Amazing Grace, uno dei più famosi inni cristiani del ‘700. La sua voce accarezza i miei ricordi in una maniera insolita e inaspettata.
Faccio fatica a trattenere le lacrime e un po’ me ne vergogno, del resto quando si sta in commissione esami si deve essere il più possibile imparziali e impassibili. Quel ricordo è rimasto a lungo legato a un volto senza nome.
Poi, una di queste sere, aprendo Messenger, una delle scatole virtuali di questa vita social, che in questi giorni è più reale di quella reale, trovo il suo messaggio a riportarmi a quel giorno.
«Professore, si ricorda? Sono quella ragazza che …».
Quella ragazza oggi è diventata una giovane donna che porta avanti la sua passione per la musica, investendo tempo ed energie.
«Va bene», le dico.
«Mi fa tanto piacere leggere il tuo messaggio. Però fai una cosa per me, dammi del tu. Ora puoi».
Quella ragazza si chiama Simona Scimia, classe 1997 – l’anno del mio diploma. «Sin da bambina ho sempre avuto la passione per il canto e per la musica», dice di sé.
«All’età di 14 anni ho inziato a studiare canto con il maestro Alberto Martinelli, per 7 anni. Nel 2018 ho frequentato ad Aprilia l’Isola degli Artisti Academy sotto la direzione di Carlo Avarello, con numerose masterclass tenute da grandi artisti quali Simona Molinari, Amara, Giuseppe Anastasi, Giovanni Caccamo. Tornata a L’Aquila sono tornata a studiare canto assiduamente presso la scuola Factory Sound con il vocal coach Marco Rotilio».
«Parafrasando Oscar Wilde», dice ancora, «la cosa più difficile al mondo è vivere, quando molta gente si limita a esistere. Noi aquilani, abbiamo trovato la forza in un bacio, un abbraccio, una carezza, una stretta di mano. Ad oggi tutto questo non è possibile: ci ritroviamo ad esistere dentro quattro mura senza poter far niente. Il mio modo di resistere e, prima ancora, di vivere è soprattutto nella musica, perché non mi ha mai abbandonato».
«Fai un’altra cosa per me», le scrivo congedandomi, «te la senti di cantare Amazing Grace un’altra volta?»
Questa è Simona e questo il suo modo di r(E)sistere.