“Malatempora” il punk-rock ribelle dei Niutàun sulle contraddizioni del presente
24 Febbraio 2024 Condividi

“Malatempora” il punk-rock ribelle dei Niutàun sulle contraddizioni del presente

Mala tempora currunt disse qualcuno. E i Niutàun, questi tempi andati e presenti li sanno cantare, a voce alta, tra il serio e l’ironico, dal palco dell’Irish Cafè di Pianola, nella periferia dell’Aquila in occasione del live di lancio del loro nuovo album.

Un lavoro “Malatempora” arrivato a 10 anni dal precedente, che si proponte come un viaggio attraverso temi scottanti e provocatori che affrontano le sfide della società contemporanea. Ogni brano suonato rappresenta un capitolo di denuncia, di dissidenza e di speranza. Una raccolta ambiziosa e matura: tematiche di attualità e denuncia sociale condite col solito stile ironico e dissacrante. Sound diretto e tagliente in perfetto stile punk rock, ma con piacevoli virate verso l’hardcore, la ballad e lo ska.

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A inaugurare serata e album “GB” un’introduzione suggestiva sulla figura di Giordano Bruno, il filosofo eretico bruciato vivo a Campo de’ Fiori a Roma. La band ha suonato con passione ricordando il coraggio di coloro che si oppongono alle ingiustizie.

Successivamente, è stata la volta di “Mass merdia”, un pezzo che critica l’industria dell’informazione di massa, denunciando il suo spirito sensazionalistico e la mancanza di vera informazione. Quindi,

“Tutti assolti”, canzone che racconta la tragedia del terremoto dell’Aquila del 2009 e la controversa vicenda dei ricercatori condannati e successivamente assolti.

Con “Occhi neri” e “Zitti”, i Niutàun affrontano rispettivamente il tema della povertà in Africa e la superficialità dilagante nei social media, invitando alla riflessione sulle parole e sulle azioni.

In “Lasciate stare” viene introdotto un tema forse più futile, ma comunque un altro specchio dei tempi. Di questi tempi bui. L’odiosa ricerca del politically correct. La ridicola moda di edulcorare tutto, perfino le fiabe. Lo stupido andazzo di far vedere il fumo. Il fatto è che a noi piace l’arrosto”.

“Il genio della fuffa” porta sul palco una critica pungente alla vuota retorica contemporanea. In scaletta anche “Vaticano bye bye”, un brano provocatorio che propone di spostare periodicamente il Vaticano in diverse parti del mondo, riflettendo sull’altruismo e sul concetto di bene comune.

“Affondiamolo”, una denuncia nei confronti del potere corrotto e distante, e “L’ultimo maggio”, una storia di ingiustizia e repressione, a chiudere la prima parte della serata e l’album con una potente dichiarazione di intenti.

La band è composta da Ugo Capezzali (voce), Piercesare Stagni (chitarra), Luca Biscio (basso) e Jury Sielli, “Il nostro nuovo album – ha spiegato quest’ultimo – è stato un percorso travagliato: la band ha visto due cambi di formazione, pandemia e vicissitudini personali varie. Abbiamo registrato ‘Mass Merdia’ e ‘Vaticano Bye Bye’ con Claudio Jubal alla batteria e al basso, sotto l’ala (o l’ascella) protettrice e la produzione del grandissimo Francesco Caporaletti. In questo percorso Fabio De Sanctis nel suo studio di registrazione Apollo 25 ci ha presi per mano, facendo in modo che potessimo dare il meglio in fase di registrazione. La sua pazienza, esperienza e le giornate – nottate passate barricati in studio hanno avuto un ruolo determinante nella riuscita di ‘Malatempora’”.

Il resto della serata? Beh cover coinvolgenti e brani originali più datati, in perfetto stile Niutàun. Sul palco, per un paio di canzoni anche Stefano Sicurani degli Shs Bears. Veste grafica accattivante curata da Laria design e Antonio Lo Presti.

di Fabio Iuliano – fonte: www.thewalkoffame.it