L’AQUILA NELLE NEW TOWN 10 ANNI DOPO / 3
29 Dicembre 2019 Condividi

L’AQUILA NELLE NEW TOWN 10 ANNI DOPO / 3

Venite a vedere che forma ha un’occasione sprecata. «Totalmente immerso nella natura, il Progetto Case di Assergi gode di un’autentica atmosfera di montagna. Il panorama mozzafiato, l’aria frizzante trasmettono istantaneamente una sensazione di pace e tranquillità». Così Laura Biasini descriveva questo complesso di quattro palazzine dalla posizione invidiabile, in uno dei primissimi servizi realizzati sul campo, a pochi mesi dalla consegna dei primi appartamenti antisismici. Novantasei per la precisione, abitati inizialmente da oltre 200 persone, un numero tuttavia pressoché dimezzato nell’arco degli anni successivi, tanto che ora si pensa di concentrare tutte le famiglie ospitate in una sola delle quattro piastre, lasciando il resto dell’area ad associazioni oppure realtà territoriali.

Una posizione invidiabile, dunque, nulla potrà cambiare questo dato di fatto, specie se si considera la linea ideale che, dalla base dell’insediamento, oltrepassa il campo di calcio posto a ridosso delle palazzine. In un attimo sei già sul piazzale Simoncelli, con gli sci in spalla, se vuoi, la funivia è a due passi. Fuori dall’orario di lavoro, Dario Verzulli, dipendente dei vicini Laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, si è offerto di accompagnarci. È lui a far notare la visuale che include anche i primi piloni. In una giornata di sole l’Imperatore mostra il suo scettro. E il complesso, nonostante le tonnellate di cemento investite, è ben integrato nel contesto del paesaggio, le piastre scompaiono quasi nel verde. Gli aspetti positivi si fermano qui, fatta eccezione proprio per la strategica vicinanza agli stessi Laboratori del Gran Sasso, veramente a poche centinaia di metri dal nuovo quartiere in altura.

TRA LE PALAZZINE. Ti aspetti un viavai di gente pronta a cogliere le potenzialità turistiche di questa cartolina tridimensionale tra il borgo di Assergi e la zona di Fonte Cerreto. Eppure, in giro non si vede nessuno. Un paio di finestre aperte, una signora bionda che passa lo straccio sul balcone, qualche vestito appeso qui e là, sono un timido segnale di insediamenti umani. Per il resto, l’atmosfera è un po’ desolante. Nei garage c’è parcheggiata qualche auto di un’associazione di Protezione civile che ha ottenuto qui una sede. Provvisoria. «Anche noi siamo in attesa di un appartamento da mettere a disposizione delle famiglie con bambini autistici», spiega Verzulli che già al Progetto Case di Pagliare di Sassa è riuscito a ottenere l’uso di alcuni spazi per un’assistenza di questo tipo che fa capo alla realtà di Abruzzo Autismo Onlus.

I PROBLEMI. Se visto da fuori il complesso del Progetto Case di Assergi si presenta quasi come un insediamento turistico alpino, lo zoom ravvicinato mette in luce tutti i problemi, specialmente per i suoi inquilini, in parte anziani e disabili, che devono fare lo slalom tra mattonelle divelte, marciapiedi impraticabili, garage con perdite di acqua e guasti periodici al sistema di riscaldamento. Un discorso diverso va fatto per la manutenzione del verde, che viene eseguita periodicamente, anche se è tutt’altro che facile la gestione dell’area in questo particolare insediamento a oltre mille metri di quota.

. Altro problema non da poco quello della carenza di collegamenti con il capoluogo. «Se non hai la macchina», spiega Verzulli, «e ti trovi a dover fare una commissione in città, rischi di dover impiegare un’intera giornata per districarti con gli orari del servizio pubblico». Se aggiungiamo questa condizione alla totale assenza di luoghi di socialità per i residenti, ecco che l’immagine dell’occasione mancata prende sempre più forma. Del resto, nonostante la vicinanza con le strutture che si trovano alla base della Funivia del Gran Sasso, che porta a Campo Imperatore, il complesso immobiliare sembra vivere in un sistema totalmente a parte, come se le case a ridosso dell’ex insediamento della Cogefar facessero parte di un’altra dimensione.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro

ALBERGO DIFFUSO ANTISISMICO PER VALORIZZARE I NUOVI SITI

Albergo diffuso, parco giochi, area di accesso agli impianti invernali, foresteria. Sono solo alcuni dei possibili utilizzi delle palazzine del Progetto Case di Assergi, anche in considerazione della posizione strategica a due passi dai Laboratori del Gran Sasso. Una situazione oggetto di analisi da tempo, per ottimizzare le risorse. Solo all’interno del complesso dei laboratori, esiste un complesso di dieci appartamenti costruiti all’indomani del sisma a servizio dei dipendenti. Strutture che rischiano di restare inutilizzate.

Del resto, la scelta di far sorgere il Gran Sasso Science Institute all’interno della città ha allontanato la possibilità di pensare agli studenti come possibili destinatari di queste strutture, fin troppo lontane dal capoluogo e mal servite dai collegamenti pubblici. Altrettanto improbabile, almeno nell’immediato, l’assegnazione agli studenti degli appartamenti del Progetto Case. Di qui, l’unica carta possibile sarebbe quella della valorizzazione delle risorse turistiche. La recente proposta dell’ex sindaco Massimo Cialente tira in ballo l’Amministrazione separata beni di uso civico (Asbuc), ricordando che è in credito di circa 1,5 milioni per canoni non pagati dal Centro turistico Gran Sasso.

«Perché allora non cedere agli Usi civici la parte di proprietà Comune del Progetto Case e destinarla al turismo? La possibilità è quella», prosegue Cialente, «di andare a un accordo che porti a conferire, in comodato d’uso, dopo eventuali lavori di manutenzione, il complesso Case di Assergi. Sarebbe volàno anche per le altre infrastrutture turistiche, ma soprattutto darebbe lavoro». Un esperimento che vale la pena provare, secondo l’ex primo cittadino. «Se dovesse funzionare, potremmo poi fare la stessa cosa con il villaggio Case di Camarda. Il turismo è, a mio avviso, uno dei futuri attrattori dell’intero comprensorio, da Campotosto a Stiffe, dall’intera Baronia alle Rocche. Dobbiamo cominciare a investirci con delle scelte strategiche funzionali».

Cialente propone anche un ragionamento sulle vicine infrastrutture compatibili. «Auspico nel frattempo che comunque», prosegue, «con un incontro tra Comune e Usi civici, si vada subito a espletare il bando per l’Hotel Cristallo e si avvii finalmente l’iter per il recupero dell’Albergo di Campo Imperatore. Ricordo che sul Gran Sasso ci sono 40 milioni di euro di investimenti da fare, e 22 milioni per la grande pista ciclabile, da Capitignano a Molina Aterno. Non possiamo più aspettare». Una proposta che si inserisce dunque all’interno di un piano più complesso della fruizione del Parco del Gran Sasso-Monti della Laga e dei territori della Valle dell’Aterno. (fab.i.)

Fonte: il Centro