Fresu all’Aquila: “Non vi libererete di noi”
5 Settembre 2017 Condividi

Fresu all’Aquila: “Non vi libererete di noi”

Camicia hawaiana, sorriso di chi, anno dopo anno, vede una delle sue creature evolversi e tanto fiato da regalare, non solo alle sue trombe, ma anche a chiunque si avvicini a lui per un confronto, un saluto o semplicemente per un selfie. Se questo “Jazz italiano per le terre del sisma ha un volto, il volto è quello di Paolo Fresu, direttore artistico e ideatore della kermesse sin dalla prima edizione. «La nostra intenzione», dice, «è di fare dell’Aquila uno dei grandi centri italiani del jazz. Non vi libererete di noi». Una promessa concreta in vista dell’edizione 2018, già annunciata. Una promessa che però dovrà fare i conti con le risorse economiche da reperire. Non tanto per gli artisti che intervengono a titolo semigratuito (rimborso spese o poco altro), quanto per l’amplificazione da mettere in campo, tra allestimenti e cambi palco all’interno e, soprattuto all’esterno.

Per tre anni, al sostegno finanziario ci ha pensato il ministero per i Beni culturali, con il sostegno di realtà come la Siae e le associazioni del jazz sul territorio nazionale.  «L’anno prossimo dovremo camminare sulle nostre gambe», valuta l’assessore alla Cultura, Sabrina Di Cosimo. «Dobbiamo metterci a lavoro sin da subito per trovare sponsor per portare avanti questa dal fascino enorme grazie al contributo di tutte queste persone che si sono messe a disposizione. Sembra di essere in un film, per i colori che hanno regalato alle strade della città».

Parole a cui hanno fatto eco quelle della senatrice Pd, Stefania Pezzopane. «Siamo al terzo anno, e va sempre meglio», sottolinea, «grazie all’impegno condiviso da molti. Con Massimo Cialentesindaco e Giovanni Lolli in Regione, facemmo fronte comune nel 2015, si stanziarono le somme necessarie e Fresu fece il miracolo di portare centinaia di musicisti. Poi la edizione dello scorso anno nel triste momento del post terremoto di Amatrice ed ora la nuova edizione che ha coinvolto tutte le terre terremotate». Nell’arco di queste tre edizioni, si stima che siano stati coinvolti complessivamente oltre duemila artisti. (fab.i.) 

Fonte: il Centro