Nello Daniele: ad Avezzano in concerto con Pino nel cuore
La locandina li ritrae insieme, sorridenti, in un’altra vita. Entrambi con una chitarra a tracolla. Pino e Nello Daniele. Due fratelli da sempre uniti sul filo della sei corde. Un mix di suoni che sai a volte di jazz e di nostalgico blues, a volte di funk e ballabile groove. Perché Nello, più giovane una decina di anni, raccoglie e interpreta l’eredità del fratello in un tributo che sbarca in Abruzzo. Dopo il concerto-memorial del 18 marzo a Napoli, Nello e la sua band sbarcano al Teatro dei Marsi di Avezzano, in una data che rappresenta una sorta di “tappa pilota” di quello che, nei prossimi mesi, diventerà un vero e proprio tour “Daniele canta Daniele”, tra musica, performance teatrale e contenuti audiovisivi. L’appuntamento è per venerdì 21 aprile alle 21, per una serata che sarà presentata dalla scrittrice Roberta Di Pascasio e dalla speaker Roberta Maiolini. Una produzione della Tony Eventi di Tony Orlandi col sostegno del sindaco Giovanni Di Pangrazio. Il costo del biglietto è di 15 euro in platea e 10 euro in galleria.
Cantante, compositore e chitarrista, Nello Daniele, 52 anni, si è fatto conoscere in club e locali napoletani, duettando più volte col fratello. Nel 1999 ha inciso il suo primo album “Si potrebbe amare”, prodotto da Fausto Leali per la Rti Music. A seguire gli Ep “Dimmi che è vero” (Sony Music, 2001), “Aspettando ‘o soul” (Duck Records, 2007), “Uguale a ieri” (Universal, 2010) e «Io bianco io nero» (Self, 2014). Sul palco di premi nazionali e internazionali, si è esibito insieme a giganti del soul mondiale del calibro di di Solomon Burke e Billy Preston. Nel 2005 ha partecipato al progetto di musica-teatro con Dario Fo. È anche coautore di un libro “Je sto vicino a te”, insieme ad Antonio D’Errico.
Un lavoro a quattro mani scritto all’indomani della tragica scomparsa di Pino, il 4 gennaio 2015, qui proposto in una chiave inedita e intima: figlio di un portuale e di una casalinga, cresciuto in casa delle zie non sposate, poi a sua volta marito e padre. Nello eseguirà brani dal suo repertorio per arrivare al momento dei grandi classici che hanno reso suo il sound di suo fratello celebre in tutto il mondo, da “Napule è” a “Quanno chiove”, passando per “Chi tene ‘o mare” e per “I so pazzo”, oppure “Yes know my way”. «Ogni giorno, quando apro gli occhi, ogni sera quando vado a dormire», racconta al Centro, Nello, «rivolgo col pensiero il mio personalissimo tributo a mio fratello. Certo, sul palco è tutta un’altra cosa. Nel momento in cui accendiamo quel faro, la sua musica ci illumina i volti: quando suoniamo Pino abbiamo delle sensazioni nette e forti che ci abbracciano».
Che band la accompagna sul palco?
Sono in giro con i compagni di sempre. Le esperienze di provenienza sono piuttosto varie. Partiamo da Claudio Romano, il batterista, che è di base è un jazzista. Tuttavia, il suo stile poliedrico e la sua curiosità lo hanno spinto a collaborare con artisti italiani e internazionali. Al basso e al contrabbasso c’è Diego Imparato, mentre al piano Lino Pariota. Al sax Tony Panico e alle percussioni Tony Cercola che si è fatto le ossa proprio con Pino. Io sarò alla voce e alle chitarre. Al memorial del mese scorso abbiamo collaborato anche con Tony Esposito.
Una formazione dalla composizione quasi speculare a quella che accompagnava suo fratello.
Le influenze sono tante, è inutile negarlo. Del resto, buona parte del concerto è dedicata alle sue canzoni.
Lei è spesso in tour, che rapporto ha con l’abruzzo e con i palchi abruzzesi?
Ho dei ricordi anche piuttosto recenti, come la partecipazione alla notte bianca di Ortona della scorsa estate. Amo il pubblico da queste parti per l’energia e il calore che la gente riesce a trasmettere. Ho suonato a Chieti e in alcune occasioni da queste parti: penso di ritornare a Tagliacozzo in estate. Certo, non ho bisogno di fare concerti per tornare in questa regione. Amici di vecchia data mi legano a Castel di Sangro, come l’imprenditore Sergio Pantaloni, tanto per fare un esempio.
Una terra che vive un periodo storico difficile. che idea si è fatto?
Mi piacerebbe dire tante cose ma vorrei evitare di essere banale. In tanti hanno approfittato di tragedie come quella del terremoto per intraprendere presunte iniziative di solidarietà, finalizzate a tutt’altro.