Verso la Calabria, sulla strada della legalità
Otto ore in autobus e qualche sosta per raggiungere Isola di Capo Rizzuto, sede della cooperativa Terre Joniche che, in collaborazione con Libera, ha allestito un campo di lavoro la cui sede fa parte di un terreno confiscato alla ‘ndrangheta. Un piccolo presidio circondato da pale eoliche che formano un corridoio verso il mare. Nel comune di Isola di Capo Rizzuto sono stati confiscati circa 100 ettari di terreni agricoli con annesse varie strutture, che oggi sono gestite dalla cooperativa agricola. Il provvedimento di confisca emesso nei confronti del clan Arena, una delle organizzazioni storiche e più potenti della ‘ndrangheta calabrese, è diventato definitivo nel 2007. Nel giro di qualche anno è partito il progetto Libera Terra Crotone.
IL BLOG: STUDENTI CONTRO LE MAFIE
La maggior parte dei terreni si trova in una zona di notevole pregio ambientale e paesaggistico; un’area pianeggiante, fertile, a pochi chilometri dalla costa dell’area marina Protetta “Capo Rizzuto”. La cooperativa realizza attività agricole con metodo biologico, un’autentica sfida che vede i soci impegnati in un contesto molto difficile dal punto di vista sociale ed economico. Umberto Ferrari (Libera) ha accolto il gruppo ricordando che nel periodo successivo al sequestro questi possedimenti che ora ospitano la cooperativa hanno subìto dei danni ingenti come attentato di rivendicazione. Si passa alla visione di alcuni documentari, sui latitanti delle mafie e sulla ‘ndrangheta negli anni ’70 coi rapimenti di John Paul Getty e Cesare Casella. Sono stati 139 i sequestri di persona in quegli anni, prevalentemente in Aspromonte. L’obiettivo era quello di fare soldi velocemente per finanziare attività criminali.
Hanno iniziato a fare i soldi sulla pelle di tanti sfortunati che venivano sequestrati e tutto quello è stato possibile solo grazie all’omertà di interi paesi che non denunciavano