The long road, il senso dell’andare
Appena trovato un maestro, Eddie Vedder ne perde un altro. Un ennesimo luttoso nasconde dietro al testo di Long Road, quello di Clayton Liggett, suo insegnante di recitazione alle scuole superiori di San Diego. Ricevuta la notizia, torna in postazione agli studi Bad Animals e prende a suonare lo stesso accordo ripetutamente, “come una campana che suona a martello. Se n’era andato uno dei nostri, di quelli buoni”. Per un chitarrista come Neil Young quello è un invito a nozze: subito parte l’improvvisazione, anche se la versione poi pubblicata su cd taglierà buona parte di quell’introduzione. “Dobbiamo aver suonato quell’accordo in Fa qualcosa come quattro minuti. Quando finalmente siamo passati al Sol, il cuore ha avuto una scossa e le parole mi sono uscite naturalmente.
And I wished for so long, cannot stay.
All the precious moments, cannot stay.
It’s not like wings have fallen, cannot stay.
But still something’s missing, cannot say.
Holding hands of daughters and sons,
And their faiths are falling down.
I have wished for so long
How I wish for you today.
Will I walk the long road? Cannot stay
There’s no need to say goodbye
All the friends and family.
All the memories going round.
I have wished for so long.
How I wish for you today.
And the wind keeps rollin’,
And the sky keeps turning gray.
And the sun is set
The sun will rise another day.
I have wished for so long
How I wish for you today.
I have wished for so long
How I wish for you today.
Will I walk the long road?
We all walk the long road…
E non è una dichiarazione di resa, piuttosto un invito a proseguire il cammino. Il “cannot stay” sa rappresentare insieme il punto di vista di chi se ne va e quello di chi deve elaborare una perdita e passare oltre.