20 Gennaio 2014 Condividi

Ecco chi vuole un'altra città di nome L'Aquila

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Una costituente civica in grado di portare avanti le istanze della parte della città che crede ancora «che si possa ricostruire in sicurezza e senza frodi», ma anche un consiglio comunale straordinario da convocare entro lo scadere dei 20 giorni dalle dimissioni di Massimo Cialente. È questa la proposta che viene fuori dai movimenti cittadini riuniti in circa 200, per la seconda volta nell’arco di sette giorni, sotto al tendone di piazza Duomo, all’indomani della manifestazione del centrosinistra al Parco del Castello. Una mobilitazione, in realtà, programmata ben prima della «chiamata alle armi» della coalizione che governa il Comune, come ha ricordato Ettore Di Cesare, consigliere comunale di Appello per L’Aquila. «Non siamo qui per una contromanifestazione, chiediamo alla città che da questi momenti di rottura politica possa finalmente partire un momento di svolta».

Un tendone non affollatissimo, come la scorsa settimana, sotto al quale si sono radunati i comitati cittadini che in questi anni del post-sisma sono diventati l’anima della città. Presenze inedite, stavolta, tra cui Alessio Ciccone e Paolo Divizia, militanti dei Giovani della libertà (centrodestra). E con loro è apparso a sorpresa anche l’ex deputato dell’Idv Francesco Barbato. Pur rifiutando qualsiasi intervista o intervento pubblico, Barbato ha voluto sottolineare quanto sia «umiliante e denigrante la politica del magna magna in una città come L’Aquila». Cappotto sulle spalle e tablet alla mano, è rimasto poi in silenzio in un angolo del tendone per tutta la durata della manifestazione. D’altra parte, le Regionali si avvicinano e il tempo per preparare uno schieramento inedito stringe. Quale occasione migliore se non un movimento che colga i malumori e la sete di cambiamento di una città allo stremo? A proposito di movimenti, tante le presenze grilline. Un gruppo rappresentato dalla senatrice aquilana Enza Blundo. «Gli aquilani sono stanchi di essere traditi», ha commentato. «Questa città si è ribellata quando a ridere erano due imprenditori estranei al nostro contesto e ora rischia di rimanere inerte di fronte a inganni che provengono dai nostri concittadini, da gente che è cresciuta qui». Poi l’appello: «Uniamoci tutti per ripartire dalla legalità. Se un’ amministrazione non ha saputo garantirla, non ha più alcuna legittimazione». Tanti i contributi, da parte di studenti, lavoratori e rappresentanti di associazioni. Tra i primi a parlare Giorgio Bruno, studente rappresentante dell’Uds: «I giovani sono stati lasciati soli», ha rimarcato, puntando il dito anche contro la Regione. «L’ammistrazione comunale non ha mai fatto nulla per rendere la città davvero a misura di studente».

Sulla stessa linea Emanuela Rossi, dello spazio «libero Asilo occupato» che ha difeso la scelta di alcuni ragazzi di riqualificare la struttura di viale Duca degli Abruzzi per dare un luogo di socialità ai più giovani. L’altro consigliere comunale Vincenzo Vittorini ha introdotto il concetto di costituente civica, un movimento di pensiero che, in caso di elezioni amministrative, potrebbe concretizzarsi con un proprio programma elettorale. «La latitanza dell’amministrazione comunale e le lusinghe di un sistema politico bollito da un sindaco dimissionario non devono fermare gli aquilani», ha sottolineato. «Del resto, far passare il messaggio di un imminente commissariamento che paralizzerebbe la ricostruzione è un atto di terrorismo». Dello stesso avviso Marilena De Ciantis, del Movimento 5 Stelle. «Lo stato di sofferenza della nostra città», ha detto ancora Vittorini, «è tale da rendere necessario accomunare idee e risorse. Questa città deve abbandonare un modo di operare senza pianificazione, senza un’adeguata valutazione sul territorio e senza il necessario recupero di aree e strutture di proprietà comunale inutilizzate e abbandonate come ex Sercom, Centro polifunzionale di Paganica, ex Italtel».

Le parole di Vittorini hanno raccolto l’entusiasmo dell’assemblea cittadina, in un momento particolarmente delicato per la storia di questa città «che è la monnezza che abbiamo letto sul Sole 24 Ore e su tutti i media nazionali», come ha ricordato Antonio Di Giandomenico. Presente, in un incontro moderato da Marco Sebastiani, anche una delegazione del comitato 3e32 con, tra gli altri, Alessandro Tettamanti, Mattia Lolli e Annalucia Bonanni.

Le priorità indicate dai comitati sono state anche affidate ai manifesti all’esterno del tendone: ricostruzione trasparente, piano di protezione civile efficiente, centro storico sicuro.

di Fabio Iuliano  – fonte il Centro