La musica tra le crepe del sisma
7 Aprile 2019 Condividi

La musica tra le crepe del sisma

Domenica 19 luglio 2009, sono da poco passate le undici di sera. Gli ultimi colpi di Born to run scavalcano le tribune dello Stadio Olimpico, quando Bruce Springsteen annuncia un pezzo che non suonava da tempo: «Questa è una canzone per la gente de L’Aquila», dice al microfono in un italiano incerto, ma con voce decisa. Poi fa cenno ai suoi di attaccare My city of ruins. Le armonizzazioni della strofa raccontano lo stato di abbandono e di degrado di Asbury Park, una cittadina del New Jersey che per decenni ha fatto i conti con le ripercussioni della Grande Depressione. La stessa canzone che, dopo l’11 settembre del 2001, è diventata poi simbolo della speranza di un nuovo inizio, della rinascita, della “risurrezione”. Un messaggio che arriva anche alla nostra gente: quel “Come on rise up” invocato nel ritornello che si sovrappone alle macerie. Quell’invito a resistere e a guardare avanti che si ripeterà qualche anno più tardi, in un’altra dedica del Boss, durante un concerto negli Usa nel 2016, l’anno del terremoto di Amatrice. «Dopo il terremoto aquilano», sottolinea Giorgio Battistelli, oggi presidente della Società concertistica Barattelli, «abbiamo valutato a lungo se fosse il caso portare la musica nelle tendopoli oppure no. Ci sembrava un gesto irriverente, non rispettoso magari nei confronti di chi aveva perso tutto, oppure aveva avuto vittime tra famigliari e amici. Ma poi abbiamo avuto fiducia nella musica, capendo che può arrivare dove le parole non arrivano».

“DOMANI 21/04.2009”. Non può essere solo confinato alle varie raccolte fondi, associate a concerti e spettacoli, il contributo di musicisti di ogni tipo arrivati all’Aquila per suonare o regalare qualche momento di distensione, in cambio – certo – di un po’ di onesta visibilità. Altri hanno preferito tenersi a distanza dal circo mediatico di quei primi mesi, salvo poi regalare delle dediche inaspettate, come il saluto di Vasco Rossi a Jenny e Giusy Antonini, due giovani sorelle, travolte dai crolli di via Campo di Fossa. Se pensi a quei primi mesi di polvere, posti di blocco e pasti fugaci, ti viene in testa il refrain di Domani 21/04.2009, la canzone di Mauro Pagani adattata da lui stesso, insieme a Jovanotti e Giuliano Sangiorgi, in un progetto di solidarietà che ha visto riunirsi 56 musicisti in un supergruppo chiamato Artisti uniti per l’Abruzzo. Il brano, trasmesso in radio dalle ore 3.32 del 6 maggio 2009, è stato messo in vendita allo scopo raccogliere fondi per Conservatorio e Teatro. Analogamente alla canzone di Springsteen, il brano di Pagani ha una genesi del tutto differente: fu composto e inciso nel 2003. La canzone è stata quindi modificata leggermente nel testo per la circostanza. A metà brano è stato inserito un ritornello, e cantato a tempo di rap da Jovanotti, Caparezza, Frankie hi-nrg Mc, J-Ax, Marracash, Fabri Fibra e dai Sud Sound System (questi ultimi in dialetto salentino), costituisce un esplicito omaggio all’Abruzzo. Sui momenti della registrazione corale in studio, è stato realizzato un videoclip, con la regia di Ambrogio Lo Giudice. Si intravedono Luciano Ligabue, Nek, Zucchero, Francesco Renga, Roberto Vecchioni, Dolcenera e Mango tra gli altri.

DOMA’. La canzone, neanche a dirlo, ha accompagnato molti momenti ufficiali, anche a ridosso del G8 e quasi tutte le riaperture o le inaugurazioni. Lo stesso premier Silvio Berlusconi si fece immortalare mentre cantava, accanto a Guido Bertolaso, sul palco dell’Auditorium della Guardia di Finanza. A dicembre dello stesso anno, è arrivata la risposta in dialetto di un bel gruppo di artisti aquilani che ha girato un videoclip sulla falsariga di quello della canzone originale, con tanto di cameo di Diego Bianchi, lo Zoro di Propaganda live. Un progetto nato dall’incontro di Andrea Angelosante e Ivan Aquilio del gruppo musicale Malìa con Francesco Paolucci e Mauro Montarsi. Per mesi hanno lavorato alla riscrittura del testo in dialetto aquilano, proponendo un racconto ironico e critico delle vicende vissute dai terremotati dai primi giorni ad un anno dal terremoto.

LA RADIO. Decine gli artisti dello scenario musicale aquilano coinvolti in un questo lavoro collettivo, introdotto in video dalla voce di Vanni Biordi, storico speaker radiofonico aquilano e voce inconfondibile di Radio L’Aquila 1. Nonostante i danni della scossa e l’assenza provvisoria di corrente, l’emittente di Giovacchino D’Annibale non si è mai fermata – se non per qualche ora – trasmettendo canzoni, notiziari e informazioni di servizio. Ha resistito al terremoto anche “Controllo a terra”, il format radiofonico di Giuseppe Tomei e Danilo Cianca dedicato alla musica di base. Partito nel 1997, interrotto e ripreso a seguito del sisma, l’appuntamento si è proposto come spazio sempre aperto ai musicisti. Dopo il sisma, anche una fase nel container del parcheggio del centro commerciale Meridiana, sede provvisoria di Rl1, prima del trasferimento nel nucleo industriale di Pile. Il gruppo reggae aquilano Dabadub ha inaugurato il nuovo corso che ha visto puntate speciali anche con i Marlene Kuntz e Gianni Maroccolo.

AMICHE PER L’ABRUZZO. Altra pietra miliare della solidarietà dei primi mesi è stato il concerto a San Siro del 21 giugno, “Amiche per l’Abruzzo”, con 44 donne della musica italiana: da Antonella Ruggiero a Donatella Rettore, Fiordaliso, Ivana Spagna, Anna Oxa, Loredana Berté, Mietta, Iva Zanicchi. Sul palco anche una band creata ad hoc per il concerto: Nada alla voce, Carmen Consoli al basso, Paola Turci alla chitarra e Marina Rei alla batteria. Quindi Fiorella Mannoia, Giorgia, Elisa, Laura Pausini e Gianna Nannini, ciascuna per mezz’ora, con duetti e interazioni musicali inedite. A loro anche il ruolo di interpretare il brano inedito Donna d’Onna, scritto dalla Nannini insieme a Isabella Santacroce. La stessa Mannoia, l’anno successivo, ha regalato alla città un concerto-evento gratuito nella settimana della Perdonanza, il 25 agosto 2010, per poi tornare tre anni dopo, sempre nell’arco della kermesse celestiniana. Stessa cosa ha fatto Roberto Vecchioni.

IL SOGNO SPEZZATO. La sua voce limpida e potente è diventata il simbolo di tutti i giovani sogni infranti dal terremoto del 6 aprile. Alessandra Cora studiava Giurisprudenza ma il canto era la vera passione. A lei è stato dedicato un festival di voci nuove. E proprio nel giorno del suo compleanno, lo scorso 8 gennaio, è stato inaugurato il Factory sound, un centro culturale dalla chiara vocazione per la musica. Coordinatrice didattica è Grazia Di Michele.

NELL’ARIA. Tra le voci del 21 giugno a San Siro c’era anche quella di Simona Molinari, aquilana con sangue partenopeo che nel corso degli anni non ha mai fatto mancare la sua presenza in inziative, concerti, raccolte fondi. Come Nell’aria, una canzone scritta insieme a Giò Di Tonno per non dimenticare le vittime del sisma. Il relativo videoclip è stato incluso i cui proventi sono stati devoluti in beneficenza.

GLI AUDITORIUM. Uno dei luoghi simbolo della musica all’Aquila è stato per anni l’Auditorium della Guardia di Finanza. Qui, a soli venti giorni da quel sei aprile – non appena recuperati gli strumenti – l’Orchestra Sinfonica abruzzese eseguì un commovente Requiem di Mozart alla caserma della Finanza. Fu il compianto Vittorio Antonellini a dirigerlo. Grandi nomi si sono alternati su questo palco, specie nei mesi di gestione della Protezione civile: Ennio Morricone, Riccardo Muti, Gianni Morandi, Claudio Baglioni. Quest’ultimo, qualche tempo prima di esibirsi, aveva fatto un giro fra le tendopoli, imbracciando la chitarra al campo di San Giacomo per cantare Strada Facendo. «Tra i primi ad esibirsi alla Finanza, Claudio Abbado che venne con l’Orchestra Mozart, poco prima del G8», ricorda ancora Battistelli. «al termine del concerto chiesi ad Abbado di tornare: “Ti vorrei ancora all’Aquila, non puoi lasciarci così”. E lui disse: “Certo io torno, però mi devi far trovare un auditorium, anche piccolo ma ci deve essere”. In quel momento mi sembro un modo gentile e, forse anche leggermente inopportuno, per declinare». E invece, scattò seduta stante la telefonata a Renzo Piano. Tra gli ultimi concerti di Abbado, scomparso nel 2014, si ricorda quello del 7 ottobre 2012, nel parco del Castello, del capoluogo. L’auditorium c’era. Importanti i cartelloni di Solisti Aquilani e Barattelli in questi anni con ospiti come Antonio Pappano (Santa Cecilia), Maurizio Pollini, András Schiff, Stefano Bollani.

ROCK. Significativo anche il contributo del rock, con artisti arrivati all’indomani della scossa, come i Bandabardò, Venditti e Piero Pelù, dribblando i circuiti ufficiali per entrare in contatto direttamente con la gente. Lo stesso Battiato accolse l’invito di Raffaele Morabito, un docente universitario, evitando di passare per la porta principale. Affollatissimo il concerto di Vinicio Capossela a Fossa.

IL JAZZ. “Il jazz italiano per L’Aquila” è stato il primo capitolo di un percorso importante, significativo, indimenticabile che ha visto riversarsi nel capoluogo abruzzese, il primo weekend del settembre 2015, un fiume di persone appassionate che si sono strette attorno al cuore di una realtà profondamente segnata dalle scosse. Dall’anno successivo, Paolo Fresu e compagni hanno dovuto fare i conti anche con il terribile sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia, il 24 agosto.

SINFONIA DELLE STAGIONI. L’ultimo tassello del mosaico è stato affidato al premio oscar Nicola Piovani che ha composto una Sinfonia delle stagioni per un concerto a Collemaggio. «Una musica primaverile, che autorizzi la speranza: dal buio dell’inverno si passa all’esplosione estiva, per chiudere con la primavera, simbolo di rinascita, nelle stagioni come per la città dell’Aquila».

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro