
Bella Ciao in Emiciclo contro le tasse
Gli striscioni, i cartelli, le bandiere da un lato all’altro della sala, la rabbia che si trasforma in cori, slogan e canzoni. Una fra tutte, «Bella Ciao», che poco prima delle 15 risuona nella Sala Spagnoli, affollata da centinaia di manifestanti. Quella stessa sala, solitamente sede del Consiglio regionale d’Abruzzo, è stata occupata sin dal mattino da esponenti di Pd, M5s, Avs, Azione, Riformisti e della lista civica Abruzzo Insieme, che sotto la guida di Luciano D’Amico formano la coalizione Patto per l’Abruzzo. La mobilitazione raggiunge il culmine nel giorno in cui il Consiglio deve esprimersi sul discusso progetto di legge della Giunta, guidata da Marco Marsilio di Fratelli d’Italia, che prevede l’aumento dell’addizionale Irpef per coprire il debito della sanità.
IL SIT-IN. Dalle 14, la piazza antistante l’Emiciclo si riempie progressivamente di cittadini provenienti da tutta la regione, tra cui amministratori, lavoratori e pensionati. All’ingresso, un gruppo di consiglieri comunali di minoranza al Comune dell’Aquila esibisce un lungo striscione con scritto «La destra delle tasse». Su molti cartelli compare la scritta «Marsilio dimettiti» o, in dialetto aquilano, «Marsilio revàttene a Roma». La folla decide quindi di entrare pacificamente in aula consiliare, con un solo momento di tensione con il servizio d’ordine all’ingresso, senza conseguenze. La maggioranza stigmatizzerà a lungo l’episodio.
IN SALA SPAGNOLI. I manifestanti entrano nella Sala Spagnoli accolti dai consiglieri d’opposizione al grido «Dimissioni, dimissioni». D’Amico prende la parola, criticando duramente la gestione della sanità e della fiscalità regionale, sottolineando come, nonostante un budget annuale di 2,8 miliardi di euro, i cittadini siano costretti a cercare cure fuori regione o a sopportare lunghe attese. L’invito è alla protesta a oltranza per impedire o quantomeno ritardare il voto in aula. La maggioranza corre ai ripari e avvia il dibattito consiliare nella Sala Ipogea, all’interno dello stesso palazzo dell’Emiciclo. Una scelta che alimenta polemiche e tensioni. Alcuni manifestanti tentano di raggiungere la Sala Ipogea, ma un cordone di poliziotti impedisce l’accesso. Altri tornano nel piazzale.
GLI INTERVENTI. Buona parte dei consiglieri di opposizione resta in aula, mentre si susseguono gli interventi di sindacalisti, lavoratori, ex senatori e amministratori. Sandro Mariani (Pd) esibisce un pupazzo di Pinocchio con una maglia del Napoli, per ricordare le ingenti risorse che l’Abruzzo pagherà per ospitare i ritiri precampionato a Castel di Sangro. Presenti anche diversi sindaci aderenti all’Ali, tra cui Gianguido D’Alberto (Teramo). Tra gli scranni, anche Anna Caruso, 85 anni, con una bandiera sindacale sulle spalle: «Non chiamatemi signora, chiamatemi compagna», afferma.
I SINDACATI. «Giusto pagare tasse per avere buoni servizi, ma non è così», incalza Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil. «Paghiamo con una sanità che offre servizi sempre peggiori, tariffe delle mense in aumento, trasporti più costosi del 36%, assenza di medici di famiglia e famiglie che diventano povere in caso di malattie croniche. Per la sanità territoriale siamo al 13,8% della spesa, una vergogna assoluta. Mancano solo un anno e tre mesi al termine ultimo del Pnrr: un fallimento vergognoso. Le liste d’attesa sono inaccettabili: chi può paga il privato, 38mila abruzzesi si curano fuori regione, 120mila rinunciano alle cure». Sulla stessa linea gli altri interventi delle forze sindacali Cisl, Uil e Ugl.
LE REAZIONI. Interviene anche il coordinatore regionale del M5s, l’ex sottosegretario Gianluca Castaldi: «Sono andati sottoterra per la vergogna a fare questa porcheria», afferma indicando il monitor che trasmette la diretta dalla Sala Ipogea. Critici anche i consiglieri regionali M5s Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini: «L’Abruzzo merita rispetto, ma oggi la destra di Marsilio ha scelto ancora una volta l’arroganza e la fuga. Invece di affrontare il popolo che protesta contro una stangata ingiusta, si sono nascosti in una sala sotterranea per votare l’aumento delle tasse, nel silenzio e nell’ombra, lontani dagli abruzzesi che stanno soffrendo per una sanità al collasso e servizi inesistenti. Il loro fallimento è sotto gli occhi di tutti: ospedali al collasso, liste d’attesa infinite, territori abbandonati, mentre i cittadini pagano il conto di una gestione scellerata. E come se non bastasse, oggi abbiamo assistito a un vergognoso tentativo di rovesciare la realtà». Presente all’Aquila anche la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo: «Stanno mettendo le mani nelle tasche dei cittadini per coprire i buchi generati dalla loro incompetenza». Per Enio Pavone, capogruppo di Azione, «la protesta è la conseguenza di anni di inefficienze, promesse disattese e scelte sbagliate. Ora serve responsabilità: è necessaria l’istituzione immediata di un tavolo permanente sulla sanità abruzzese, con amministratori, operatori sanitari, sindacati ed esperti per costruire una riforma vera, concreta e condivisa. L’aumento delle tasse deve essere un’eccezione, non la regola. Serve una visione strutturale che restituisca fiducia e dignità alla sanità abruzzese». Di qui la sintesi dei consiglieri di Patto per l’Abruzzo: «Quella espressa oggi dagli abruzzesi è una bocciatura su tutta la linea di Marsilio e della sua Giunta. Dopo sei anni di arroganza politica, di prepotenza amministrativa e di mancato ascolto dei reali problemi della nostra regione, gli abruzzesi hanno alzato la testa e hanno ricordato a Fratelli D’Italia, Lega, Udc e Forza Italia che viviamo in uno stato in cui i diritti vanno garantiti a tutti e in cui i cittadini devono essere ascoltati e non trattati come numeri a cui chiedere senza nulla dare. L’Abruzzo ha detto no alla politica di questa destra che, nonostante la bocciatura espressa in Commissione da tutta la società civile ascoltata nel corso delle audizioni di questi giorni, ha deciso di procedere con il Disegno di legge che aumenta le tasse ai cittadini. La vera forma di violenza contrastata oggi è quella di un governo che tira fuori i numeri reali solo all’ultimo minuto e che prende quotidianamente in giro i cittadini celando il reale stato dei conti dell’Ente che deve governare».
BASTA SACRIFICI. «Non si può chiedere agli abruzzesi l’ennesimo sacrificio per coprire i costi di una sanità al collasso nel mentre si spendono i fondi della Regione Abruzzo senza criterio e senza alcuna programmazione», proseguono gli esponenti del movimento che riunisce le opposizioni. «La propaganda di Marsilio e della sua Giunta è a fine corsa. Dopo la grande manifestazione di oggi ribadiamo la richiesta di dimissioni, per manifesta incapacità della destra che governano l’Abruzzo».