Capodanno senza balli e il cenone diventa aperitivo
27 Dicembre 2021 Condividi

Capodanno senza balli e il cenone diventa aperitivo

«Ricordo a tutti che è ancora possibile disdire per il cenone del 31». Un po’ per smorzare la tensione, un po’ anche per scaramanzia, Simone Laurenzi della birreria Gran Sasso si rivolge ai suoi clienti con queste parole. In realtà, il suo menu della cena di Capodanno è più che confermato, scelta tutt’altro che scontata alla luce della situazione attuale che ha spinto migliaia di gestori, titolari di locali o ristoratori ad annullare il veglione. Le percentuali tra quelli che rinunciano a spostarsi, per aspettare in vacanza il 2022, lambiscono il 50% delle prenotazioni. Numerose anche le rinunce rispetto alla sola cena di San Silvestro, tanto che sui social ha ripreso a circolare la battuta “preferisco il tampone allo zampone”, peggiore solo del meme con la foto del classico “trenino” di Capodanno e la scritta “A-E-I-O-U- Omicron” sulla gente che balla.
la situazione
In realtà, tra gli addetti ai lavori c’è veramente poco da scherzare: la nuova impennata di contagi rischia di mettere in ginocchio un intero settore che ha già pagato un prezzo molto alto. Se le regole di quarantene e isolamenti non cambieranno, come auspicato da più parti, le possibilità di fare i conti con dei protocolli sono piuttosto alte, a prescindere dal funzionamento del sistema del super Green pass. Ovviamente, il certificato verde rafforzato è la condizione minima: al tavolo ci si può sedere solo se vaccinati o guariti.
stop ai balli
Niente balli o discoteca, però. Un nuovo stop per il settore che circa due mesi fa aveva riaperto, come ricordato dal dj Francesco Grande. La serata che lo avrebbe visto tra i protagonisti al Bambola è stata cancellata all’indomani dell’ultimo decreto.
LE ALTERNATIVE
Diversi gestori, in via precauzionale, hanno deciso di rinunciare alla cena del 31. «Farò l’aperitivo fino al pomeriggio e poi basta», spiega Marco Carosone dei Due Magi in piazza Duomo. Anche il ristorante Giorgione ha fatto dietrofront. «Avevamo preparato un menu per la serata», sottolinea Giorgio Carissimi, «ma poi abbiamo preferito rinunciare, viste le difficoltà del momento». Chi non rinuncia è Bedri Mahmutaj, anima del ristorante “da Pedro”, specializzato in cucina a base di pesce. «Lo scorso anno», ricorda, «non abbiamo potuto lavorare, quindi quest’anno, anche se avremo rinunce o mancate prenotazioni, riusciremo comunque a portare a casa qualcosa. Peraltro, con meno gente in sala, sarà ancora più facile gestire le misure di sicurezza». Chi ha avuto le idee chiare da tempo è la famiglia Marrone (Villa Giulia). «Sin da novembre», spiega Giulia Marrone, «abbiamo iniziato a registrare qualche cancellazione tra le nostre cene, magari per qualche contagio tra i dipendenti di un’azienda. Una circostanza simile a Capodanno ci avrebbe creato problemi enormi, sia nella gestione della cucina del ristorante, sia in quella del personale da reclutare per il veglione. Come avremmo potuto gestire delle cancellazioni, anche solo dovute al fatto che la gente non se la sente?». Una problematica anche relativa alla gestione della serata in sé. «Si sa che non è permesso ballare», rimarca la giovane ristoratrice, «ma come riusciresti a impedire alle persone di alzarsi e muoversi a ritmo di musica, magari a ridosso del brindisi di mezzanotte? Situazione ben diversa rispetto ai matrimoni che abbiamo organizzato qui, seguendo alla lettera i protocolli. Ma nei mesi scorsi si respirava un’altra aria. Proprio per questo», aggiunge, «mi sono affrettata a organizzare l’evento per il wedding “Sposiamoci”, prima che la situazione degenerasse». Villa Giulia farà asporto. «La cucina di mio padre Danilo è aperta», conferma la ragazza. «Garantiremo un servizio minimo ai nostri clienti». C’è infine chi è pronto a rischiarsela, sfruttando la posizione periferica per aggirare qualche regola.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro