Fresu: bello omaggiare Chet Baker in ateneo
27 Gennaio 2024 Condividi

Fresu: bello omaggiare Chet Baker in ateneo

“Èsempre bello portare la mia musica in ateneo, perché le università sono i luoghi dove si scopre, si va lontano, si sogna”.

A un certo punto del concerto, Paolo Fresu posa il flicorno per qualche istante, si siede vicino alla abat-jour di scena per condividere, col pubblico dell’aula magna ‘Benedetto Croce’, nel campus dell’Università di Teramo, le emozioni del momento. Le parole, in realtà, servono e non servono: c’è qualcosa di evocativo e quasi di “mistico” negli arrangiamenti declinati in trio, insieme a Dino Rubino (pianoforte) e Marco Bardoscia (contrabbasso), specie quando suonano la musica di Chet Baker.

I tre hanno cominciato a suonare nell’ambito di un progetto teatrale avviato dal Teatro Stabile di Bolzano, con regia di Leo Muscati. Il progetto, dal titolo ‘Tempo di Chet – La versione di Chet Baker’ ha poi conosciuto un’evoluzione parallela separando la parte musicale dal recitato. Con alle spalle qualcosa come 120 repliche hanno raggiunto l’ateneo di Teramo nell’ambito del primo dei due appuntamenti della rassegna ‘Let’s Get Lost – storie di uomini e di jazz’, il cui nome è inteso come un omaggio allo stesso Baker.

La rassegna è organizzata dall’associazione Music by Eder e vede come riferimento Emiliano Di Serafino; il 5 maggio ci sarà Rocco Papaleo. “Il concerto – spiega Fresu – è parte di un lavoro teatrale con 8 attori in scena il cui testo è stato elaborato prima del periodo di restrizioni legate alla pandemia. Da questo ne abbiamo tratto una versione tutta nostra che lascia spazio ad alcune composizioni di Dino Rubino ‘A Chat with Chet’, una vera e propria lettera in musica, immaginata nel nostro tempo.

Raccontiamo quella che è stata la sua storia e suoniamo sulle sue vibrazioni”. La parabola di un artista della tromba e della voce, il suo successo, le copertine, le mogli e le amanti. “Fino alle difficoltà – ricorda Fresu – al caos di una vita che presenta il conto e a una morte che non ti aspetti”. Il riferimento è a quel 13 maggio 1988, giorno in cui il corpo senza vita del musicista americano fu trovato in circostanze misteriose nella periferia della città di Amsterdam.

Y3M