L’intervista. Adam Slack e i The Struts nella rivoluzione di “Pretty Vicious”
Risponde “tecnicamente” dal Nevada, Adam Slack, chitarrista dell’energico quartetto britannico noto come The Struts. “Tecnicamente” perché Lake Tahoe si trova proprio al confine con la California lì dove alcune date del tour che accompagna l’uscita di “Pretty Vicious”, il nuovo album. Un lavoro che sembra consacrare il successo di una band internazionale che ha all’attivo un disco di platino, oltre a collaborazioni importanti. Prodotto dai The Struts, insieme a Julian Raymond (Freddie Mercury, Insane Clown Posse), e con la produzione esecutiva di Scott Borchetta, il gruppo è riuscito a infondere la propria energia da arena nelle canzoni più intense ed emozionanti che abbia mai realizzato.
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Track di apertura è “Too Good at Raising Hell”. Diretto da Chris Applebaum (Rihanna, Miley Cyrus), il video che lo accompagna vede il cantante della band, adornato di corna, contemplare sfacciatamente le conseguenze di uno stile di vita con feste sfrenate e rock ‘n’ roll. Grazie a un ritornello trainante e chitarre dirompenti, la nuova canzone è l’introduzione perfetta a un sound appena perfezionato e ricco di brani tumultuosi e pronti per le arene.
I rockers britannici sono esplosi per la prima volta sulla scena musicale con il loro inno “Could’ve Been Me”, conquistando la posizione n. 5 della classifica Alternative Radio e facendo conoscere al mondo il loro sound rock trionfante e senza tempo, generando al contempo un’eco così viscerale che il disco, certificato platino, continua a risuonare tra i fan.
Dopo l’uscita di “Everybody Wants” del 2016, i The Struts si sono messi in viaggio, portando i loro brani energici sul palco con performance di grande impatto e cementando la loro reputazione di gruppo live imperdibile. Il cantante Luke Spiller, il chitarrista Adam Slack, il bassista Jed Elliott e il batterista Gethin Davies hanno continuato a dimostrare di essere degni di questa definizione da quando si sono riuniti per la prima volta a Derby, in Inghilterra, nel 2012, aprendo per artisti del calibro di Rolling Stones, Guns N’ Roses e Foo Fighters – questi ultimi li hanno definiti “la migliore band di apertura che abbiamo mai avuto”.
Il gruppo ha registrato il tutto esaurito in tutto il mondo, lasciando sulla sua scia sfrenate raccolte rock, tra cui “Young & Dangerous” del 2018 e “Strange Days” del 2020. La loro presenza sul palco e la loro musica hanno permesso loro di raggiungere il primo posto nella Viral Top 50 di Spotify, di ottenere più di 850 milioni di streaming on-demand e di collaborare in studio con Kesha, Tom Morello, Robbie Williams, Def Leppard e altri ancora.
Ora, i The Struts hanno preso la natura grezza e aspra dei loro concerti e l’hanno convogliata in una nuova era musicale, fondendo la loro energia da arena nelle loro canzoni più oneste, coerenti ed emozionanti fino ad oggi.
L’INTERVISTA
Adam, “Pretty Vicious” registra un’evoluzione del sound. Come è andato il “making of”?
Penso che ora siamo tutti musicisti migliori, e penso che le registrazioni in qualche modo ne risentano. Sì, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con il produttore Julian Raymond. Quindi abbiamo avuto pieno controllo creativo sulla produzione, e credo che l’idea di aggiungere dei musicisti extra di supporto, come un chitarrista e un tastierista stia funzionando nei live. Quindi sì, tutto questo sistema contribuisce a migliorare il sound.
A proposito di tour, rispondete dagli Usa, come vanno le cose?
Stiamo girando da oltre un mese e abbiamo registrato un’ottima risposta da parte del pubblico. L’altra settimana abbiamo fatto un buon concerto a San Francisco, ci sono delle belle energie
Quali canzoni di “Pretty Vicious” avete in scaletta?
Al momento “Rockstar”, “I Won’t Run”, la stessa “Pretty Vicious”, così come l’opener “Too Good at Raising Hell”.
È un momento molto particolare quello in cui stiamo vivendo, con delle tensioni importanti e dei conflitti aperti in più parti del mondo. In che modo le vostre canzoni riflettono tutto questo?
Non penso che questo album tocchi davvero nessuno di questi temi. Credo però che, come The Struts, siamo una sorta di band di evasione. Quando le persone vengono ai nostri concerti, è come sentirsi bene e sfuggire ai problemi delle loro vite. Le canzoni in questo album sono più autobiografiche rispetto al passato e questo dipende da Luke, autore del 98% delle lyrics. Sì è vero, ci sono molte cose terribili che accadono nel mondo al momento. Noi, dal canto nostro cerchiamo sempre di essere come una luce di fronte all’oscurità che stiamo attraversando. Quindi, no, non tocchiamo davvero nulla dei temi citati nella domonda, ma in qualche modo diamo il nostro contributo attraverso la musica.
Testi più intimistici insomma
Penso di sì, ma penso anche che si sia divertito molto in brani come “Raising Hell” o “Bad Decision”, quest’ultimo è da sbronza. E, penso che la nostra versione di “Somebody Someday” si proponga come una bella riflessione sulla nostra carriera.
Vi è capitato di dividere il palco con i Maneskin, che ne pensate di loro? C’è chi dice o scrive che siano la più grande band del pianeta. Come quel titolo sul NYT
Veramente? Un titolo così suona un po’ strano. Voglio dire, sono fantastici. Quindi ok. Noi li amiamo. Sai, hanno fatto una cover di una nostra canzone per X Factor ed è così che li abbiamo conosciuti per la prima volta. E poi, sono saliti sul palco con noi a Roma, e ci siamo divertiti. Sai, nel frattempo hanno fatto tante belle cose e ci siamo ritrovati insieme a Los Angeles. Auguriamo loro tutto il successo. Penso che siano una grande band e sono persone adorabili. Siamo fortunati ad essere amici. Speriamo di suonare di nuovo insieme un giorno, sarebbe fantastico. Magari una collaborazione, penso che sarebbe un bel connubio. Penso che le nostre band siano simili in qualche modo.
Ultima domanda, quanto c’è ancora dell’influenza dei Queen in quest’ultimo album?
Penso che i Queen siano sempre stati un’ispirazione per questa band. C sia in modo indiretto o diretto, penso che faccia parte del nostro Dna. Li adoriamo.
ENGLISH VERSION
Adam, “Pretty Vicious” marks an evolution in your sound. How was the making of the album?
I think we are all better musicians now, and I believe the recordings somehow reflect that. Yes, we were fortunate to work with producer Julian Raymond. So, we had full creative control over the production, and I think the idea of adding extra support musicians, like a guitarist and a keyboardist, is working well in our live shows. So yes, this whole system contributes to improving the sound.
Speaking of tours, how are things going in the USA?
We’ve been on the road for over a month, and we’ve received a great response from the audience. Last week we had a good concert in San Francisco, and there’s a lot of positive energy.
Which songs from “Pretty Vicious” are in the setlist?
Currently, “Rockstar,” “I Won’t Run,” the title track “Pretty Vicious,” as well as the opener “Too Good at Raising Hell.”
It’s a very particular time we’re living in, with significant tensions and conflicts in various parts of the world. How do your songs reflect all of this?
I don’t think this album really touches on any of these themes. However, I believe that, as The Struts, we’re a kind of escapism band. When people come to our concerts, it’s about feeling good and escaping the problems in their lives. The songs on this album are more autobiographical than in the past, and this is due to Luke, who wrote 98% of the lyrics. Yes, there are many terrible things happening in the world right now. We, on our part, always try to be like a light in the face of the darkness we’re going through. So, no, we don’t really touch on any of the themes mentioned in the question, but in some way, we contribute through our music.
More intimate lyrics, in short.
I think so, but I also think he had a lot of fun with tracks like “Raising Hell” or “Bad Decision,” the latter being a bit of a drinking song. And, I think our version of “Somebody Someday” serves as a nice reflection on our career.
You’ve shared the stage with Maneskin; what do you think of them? Some say or write that they are the greatest band on the planet, like that NYT title.
Really? Such a title sounds a bit strange. I mean, they’re fantastic. So, okay. We love them. You know, they did a cover of one of our songs for X Factor, and that’s how we first met them. And then, they joined us on stage in Rome, and we had a great time. You know, in the meantime, they’ve done a lot of great things, and we met up in Los Angeles. We wish them all the success. I think they’re a great band and lovely people. We’re lucky to be friends. Hopefully, we’ll play together again someday; it would be fantastic. Maybe a collaboration; I think it would be a nice blend. I think our bands are somewhat similar in some ways.
Final question, how much of Queen’s influence is still present in this latest album?
I think Queen has always been an inspiration for this band, whether indirectly or directly; I think it’s part of our DNA. We adore them.