Carol of the Bells, il canto ostinato
24 Dicembre 2022 Condividi

Carol of the Bells, il canto ostinato

Ascolta! come le campane,
le dolci campane d’argento,
sembrino dire:
“Butta via le preoccupazioni!”

La melodia principale cresce di volume e di intensità mentre le voci in backround imitano il suono delle campane che scaldano e riempiono l’aria. Ecco che la melodia sospesa di Carol of the Bells si fa canto di festa e speranza.

Conosciuta anche come Ukrainian Bell Carol, la canzone Carol of the Bells porta la firma del compositore statunitense Peter Wilhousky (1902–1978). Fu realizzata nel 1936 su un rifacimento melodico di un canto natalizio del compositore ucraino Mykola Leontovyč (Микола Леонтович; 1877–1921), intitolato Ščedryk (ščedrykvka, che in lingua ucraina significa “Canto di Capodanno”) e originalmente pensata per un’opera corale che fu rappresentata per la prima volta a Kiev, sempre nel 1936. Si tratta di un brano che in Ucraina è tradizionalmente intonato la sera del 13 gennaio, vigilia del Capodanno secondo il Calendario giuliano.

Il movimento di Ščedryk è un allegretto eseguito di solito da un coro a cappella di solito a quattro voci. Leontovyč, compose più di una versione del canto a seconda della composizione del coro; altre versioni furono scritte in lingue diverse dalla lingua ucraina. La principale caratteristica è il canto “Ostinato” di un disegno ripetitivo di quattro note che attraversano l’intero brano. Il testo di Wilhousky, che si compone di sette strofe, parla della gioia nell’aspettare il momento tanto atteso e nell’ascoltare il suono delle campane il giorno di Natale.

Il testo originale ucraino non parla del periodo natalizio, ma fa riferimento al vecchio Capodanno, che si svolgeva in primavera e parla di una rondine che va a far visita ad una famiglia contadina, augurando un anno prospero. “La canzone, che ricorda un’inquietante melodia di quattro note, era in origine una canzone popolare ucraina scritta per augurare un buon inverno”, spiega al Mattino Anthony Potoczniak, laureato in antropologia della Rice University. Il testo originale descrive la rondine che chiama il padrone di casa e gli racconta di tutta la ricchezza che possiederà: bestiame sano, denaro e una bella moglie. “La rondine è un araldo dell’arrivo della primavera”, sottolinea Potoczniak, riferendosi alle possibili origini precristiane del canto. “Pochissime persone si rendono conto”, prosegue, “che Ščedryk è stata composta ed eseguita durante un periodo in cui c’erano intense lotte politiche e sconvolgimenti sociali in Ucraina“.

di Fabio Iuliano – fonte: www.thewalkoffame.it

Carol of the Bells

Hark! how the bells
Sweet silver bells
All seem to say
“Throw cares away.”
Christmas is here
Bringing good cheer
To young and old
Meek and the bold

Ding, dong, ding, dong
That is their song
With joyful ring
All caroling
One seems to hear
Words of good cheer
From ev’rywhere
Filling the air
Oh how they pound
Raising the sound
O’er hill and dale
Telling their tale
Joyf’ly they ring
While people sing
Songs of good cheer
Christmas is here
Merry, merry, merry, merry Christmas
Merry, merry, merry, merry Christmas

On, on they send
On without end
Their joyful tone
To ev’ry homee

Foto di Kevin Woblick su Unsplash