Il Maxxi porta a Fontecchio artisti ucraini
29 Ottobre 2022 Condividi

Il Maxxi porta a Fontecchio artisti ucraini

Occhi azzurri, sigaretta in mano, umore altalenante, Andriy Sahaydakovskyy è da fine settembre uno dei quattro artisti ospiti nel borgo medievale aquilano di Fontecchio nell’ambito di un programma di residenze che il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha realizzato con il sostegno del ministero della Cultura, la collaborazione del Comune del borgo e la Fondazione Imago Mundi. Classe 1957, originario di Leopoli, il suo impegno nel campo delle installazioni multimediali ne fa uno dei più importanti artisti ucraini viventi. La sua storia personale, da quel 24 marzo, invece è quella di tanti suoi connazionali. «Il 23 febbraio ero nel mio letto. Il 24 mi sono svegliato e per me, per il mio Paese, era cambiato tutto a causa della guerra».

LE RESIDENZE ARTISTICHE Sin da subito, in risposta a questa situazione, il Maxxi si è mobilitato a sostegno dell’arte ucraina e dei suoi protagonisti. Tra i vari progetti, a fine settembre è partito il programma di residenze artistiche. Oltre a Sahaydakovskyy, sono stati destinati a Fontecchio Lucy Ivanova (Dnipro 1989, vive e lavora a Kiev), Petro Ryaska (Bilky 1975, vive e lavora tra Užhorod e Bilky), e Olena Turyanska (Leopoli 1966, dove vive e lavora) e saranno in paese sino a marzo 2023. Lucy Ivanova è una delle pittrici più interessanti della sua generazione e un’appassionata di naturalismo mentre Petro Ryaska ha una pratica multimediale e performativa, organizza mostre e cura uno dei più bei programmi di residenza in Ucraina “Sorry, No Rooms Available” a Uzhorod. Olena Turyanska è sperimentatrice della carta, attraverso il disegno e l’intaglio ricerca l’armonia e la simmetria del reale.

LA SELEZIONE Gli artisti sono stati individuati tra una rosa di nomi proposti da Solomia Savchuk, capo della sezione Arte contemporanea al Mystetskyi Arsenal di Kiev e curatrice della mostra “Ukraine: short stories” e da Maria Lanko che, insieme a Borys Filonenko e Lizaveta German ha curato il padiglione dell’Ucraina alla Biennale di Venezia. Celebre la sua fuga in auto da Kiev allo scoppio della guerra con a bordo 78 imbuti di bronzo dell’opera di Pavlo Makov “Fountain of exhaustion” (acqua alta) che, grazie a quel gesto, ha potuto rappresentare l’Ucraina alla Biennale. Durante il periodo di permanenza a Fontecchio gli artisti entreranno in contatto con la scena culturale del territorio attraverso talk, workshop anche al Maxxi L’Aquila. Al termine della residenza, presenteranno al pubblico e al territorio le opere e progetti commissionati dal Maxxi.

LA PRESENTAZIONE. «L’arte è uno strumento di libertà», dice Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, «e parla un linguaggio universale che unisce i popoli e rifiuta ogni forma di violenza». Entusiasmo da parte di Solomia Savchuk: «Oggi non si può più sottovalutare l’importanza di costruire reti culturali sostenibili e piattaforme di dialogo che promuovano la comunicazione e la collaborazione». Le fa eco Maria Lanko: «Ogni residenza è un’occasione di crescita per un artista: la residenza di quest’anno per gli artisti ucraini a Fontecchio è molto di più: offre agli artisti uno spazio sicuro e l’opportunità di lavorare ininterrottamente, senza le onnipresenti sirene antiaeree e le corse verso i rifugi antiatomici». Sabrina Ciancone, sindaco di Fontecchio ricorda infine: «Dalla scorsa primavera ospitiamo amici arrivati dall’Ucraina».

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro