Cammariere: Felice di tornare qui, amo il Pescara Jazz
Un legame particolare con il jazz e con Pescara quello di Sergio Cammariere, grazie alle sue collaborazioni nel corso degli anni. Questo regala un valore aggiunto alla sua partecipazione al Festival D’Annunziano, al termine della settima giornata di Festival.
L’appuntamento è per domani alle 21.15 al teatro d’Annunzio nell’ambito della kermesse promossa dalla presidenza del consiglio regionale d’Abruzzo. Si tratta di uno degli appuntamenti musicali principali che si aggiungono ai concerti di Mario Biondi e Achille Lauro. Come anche il concerto Vandelli canta Battisti, in programma stasera a piazza della Rinascita alle 21.30. In contemporanea, all’Aurum, la performance del maestro Beatrice Venezi e i Solisti Aquilani. Sabato Enrico Melozzi dirigerà Sentimento Panico con Giuliana De Sio e Fasma. In chiusura di kermesse, il concerto Brunori Sas, domenica 11 settembre.
Musicista, compositore e interprete di rara e raffinata intensità espressiva, Cammariere ha nella sua anima l’eco delle note dei grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudamericani, la musica classica e lo stile della grande scuola cantautoriale italiana. Di recente ha pubblicato un libro, scritto insieme a Cosimo Damiano Damato: si tratta di Libero nell’aria (Rizzoli), in cui ricostruisce il suo percorso ostinato per la realizzazione del proprio sogno attraverso la musica.
A impreziosire il concerto, la condivisione del palco con la Medit Orchestra, diretta da Angelo Valori, compositore e insegnante riconosciuto a livello internazionale, autore di musica eseguita nelle principali città europee e americane. Valori è anche direttore artistico dello Spoltore Ensemble, oltre che ai vertici dell’organizzazione del Jazz italiano per le terre del sisma, la manifestazione appena conclusa nel capoluogo d’Abruzzo.
«Non è la prima volta, quest’estate, che suono insieme a un’orchestra», spiega Cammariere. «Sono felice di tornare a Pescara, una città che mi ha dato tanto, grazie anche al suo festival jazz».
Che ricordi ha del Pescara Jazz?
Le edizioni 2003 e 2004 furono incredibili. Raccolsi l’invito del patron della kermesse, Lucio Fumo, per poi ritrovarmi a suonare insieme a Toots Thielemans, in annate in cui arrivavano a Pescara nomi del calibro di Pat Metheny. Ne parlo anche nel mio libro, in quanto credo che pochi festival in Italia siano superiori a quello pescarese o a Umbria Jazz.
Che idea si è fatto, invece, della maratona Jazz per le terre del sisma, spesso terreno di sperimentazione del jazz italiano?
Un’idea concepita da Paolo Fresu che merita sicuramente attenzione, anche dal punto di vista solidale. In questo, sono felice di aver preso parte a un’iniziativa benefica che chiamò a raccolta tanti cantautori dell’area romana. Una lunga maratona nata da un’idea di Andrea Rivera per raccogliere fondi, con Alex Britti, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Luca Barbarossa tra gli altri. Di recente ho suonato a Paesaggi Sonori. Per la parte musicale, vedo con favore le contaminazioni dell’elettronica sul jazz. Molti in Italia lavorano su progetti interessanti. Dal canto mio, preferisco i passaggi canonici del jazz e l’improvvisazione.
Come riesce a inserire le improvvisazioni in un concerto con un’orchestra?
Non tutti i brani verranno suonati. Sicuramente ci sarà un omaggio alle canzoni più conosciute anche attraverso Sanremo. Penso a Dalla pace del mare lontano, Via da questo mare, Sorella mia e via dicendo. Ma ci sarà spazio a qualche chicca o a qualche brano più improvvisato senza orchestre.
Il suo album Piano nudo trova spazio in scaletta?
Stiamo parlando del mio secondo album di solo piano. Quindi mi limiterò a fare degli intermezzi o delle intro. Di recente pubblicazione anche il disco che ricorda il concerto al Teatro Sistina di Roma.
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro
Foto: Famiglia Iaconianni (Original uploader was Cotton at it.wikipedia)