All’Aquila suona Robertson, chitarrista di Ronnie James
12 Aprile 2022 Condividi

All’Aquila suona Robertson, chitarrista di Ronnie James

In programma domani al Pocoloco nella frazione aquilana di Paganica il concerto di Rowan Robertson. Duro e poliedrico, noto per essere stato il chitarrista di Ronnie James Dio. Classe 1971, di origine britannica, vanta collaborazioni con Linch Mob, Weezer, Violet’s Demise, così come Bang Tango e Dc4. Robertson ha anche lavorato come compositore di musica per film nel lungometraggio “Dirty Step Upstage” della regista Amber Moelter e ha filmato numerosi video didattici per chitarra, sin da prima dell’era digitale e dei social.

A 17 anni, Rowertson ha realizzato il suo sogno: quello di entrare a far parte della band Dio, di cui era fan. L’esperienza lo ha proiettato dal semi anonimato alla fama internazionale nel giro di poco. Peraltro, si trovò a sostituire un nome importante come Craig Goldy. E questo fece scalpore all’epoca anche grazie ad articoli su importanti riviste hard rock e heavy metal come Hit Parader, Rip e Circus. Dal 1991, con il progetto legato alla band Dio in stand by a causa della reunion di Ronnie James con i Black Sabbath, Robertson ha avviato una serie di progetti paralleli, a partire dalla didattica.

In questo periodo è partita una nuova band con il cantante Oni Logan (ex Lynch Mob) e il batterista Jimmy Paxson. Hanno iniziato a registrare un album per la Atlantic Records, tuttavia, questo prodotto non vide la luce prima del 2002, con il titolo “Revisited” e un nome alternativo per il progetto: Logan-Robertson. Dopo l’esperienza con i Violet’s Demise, Robertson ha trascorso tre anni facendo sessioni di lavoro a Los Angeles e collaborazioni in Giappone. Dal 2011 è anche editorialista per la rivista Intense Guitar and Bass. Ha collaborato con Geoff Nicholls (storico membro dei Black Sabbath), Nils Patrik Johanson e altri in una band chiamata The Southern Cross. Quella al Pocoloco è la sua seconda data in Italia del tour europe.

Photo by Dark Rider on Unsplash

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro