Rockin’1000: Humans World Tour, istruzioni per l’uso da Madrid
4 Giugno 2023 Condividi

Rockin’1000: Humans World Tour, istruzioni per l’uso da Madrid

“Is this the real life? Is this just fantasy?”. Chiedetelo a uno qualsiasi di quei mille riuniti al Civitas Metropolitano, lo stadio dell’Atletico Madrid per la prima tappa ufficiale dello Humans World Tour 2023. Due ore esatte di concerto scandite da una scaletta quasi senza pause per ritrovare l’abbraccio di circa 35mila persone. A dirigere la “bacchetta” di Daniel Plentz con incursioni di Ricardo Castela e Grison Beatbox.

Pronti via. Subito riconoscibile il riff “Enter Sandman”, pezzo già rodato a San Paolo, così come all’Aperol Rock in Venice nella coda strumentale che ha fatto seguito ai “Giardini di marzo”, se non altro per restituire un po’ di dignità a una canzone che Achille Lauro mai avrebbe dovuto cantare, meno che meno con l’autotune. Secondo e terzo brano scelti come omaggio all’alternative rock, prima con Smells Like Teen Spirit e poi con Bullet With Butterfly Wings, cover degli Smashing Pumkins per mettere in circolo l’energia giusta e per scacciare le nuvole a colpi di crash e rullante (fino a quel momento il rischio pioggia era ben concreto).

Guarda: La diretta del pre-concerto

Quindi “Yellow”, con le tribune dello stadio illuminate dalle torce dei telefonini e gli incastri vocali delle duecento voci – a conferire un’atmosfera sospesa. Poi, “You Really Got Me”, solo un assaggio di quello che sarà il medley dei Kinks in fase di preparazione in vista del concerto di mercoledì allo Stadio dei Marmi a Roma. A seguire, il medley dei Green Day, da “Boulevard of Broken Dreams” a “Basket Case”, accelerando su “American Idiot”. Una sequenza di transizione verso il primo momento memorabile della serata con “Knights of Cydonia” dei Muse, una vera perla anche nell’arrangiamento e nel contrasto voci maschili e femminili, accentuato dai riff di chitarra e dai ponti delle tastiere. Finale potente (tra i comandi vocali in cuffia dei musicisti c’è anche “shake your grandmother”).

Largo dunque ad “How We Roll”, il brano concepito ed elaborato dalla community di millini che ad oggi conta oltre 60mila persone. “Raccogliere materiali da così tante persone e metterli insieme è stato un lavoro lungo e impegnativo ma anche molto interessante”, ha detto al microfono il fondatore Fabio Zaffagnini, “siamo molto soddisfatti, non era affatto scontato un risultato del genere quando siamo partiti con questa idea folle”.

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Due i brani cantati in spagnolo, “Salta” dei Tequila e l’amatissima “Entre Dos Tierras”, omaggiata anche dai Rammstein che il 23 giugno saranno proprio al Civitas Metropolitano. Tra i musicisti non sono poche le bandiere con i colori iberici. Tra una e l’altra c’è “Jumpin’ Jack Flash” degli Stones. Tribune all’unisono sugli whoa di “Livin’ on a Prayer”, così come sui fatidici po-po-po di “Seven Nations Army” degni di uno stadio che qualche anno fa ha ospitato la finale di Europa league. Uno stadio in cui ci si guarda negli occhi anche se si è a distanza grazie a un’architettura che, tra l’altro, fa pensare a una plaza de toros 3.0 “Rock and Roll All Night” dei Kiss vale il gusto di vedere mille musicisti in maschera.

Find the cost of freedom buried in the ground
Mother earth will swallow you, lay your body down

“Bohemian Rhapsody” e “Find the Cost of Freedom” mettono in evidenza la complessità dell’arrangiamento vocale, elaborato dalla “guru” Augusta Trebeschi. In particolare, il brano dei Queen ha un intermezzo con ben sette parti distinte tra Galileo, Figaro e Scaramouche. Un’esecuzione inedita considerando che gli stessi Queen rinunciavano a cantare live la parte operistica centrale della canzone. Decisi gli assoli di chitarra di Stefano Re.

Le due canzoni si propongono come un momento di riflessione a a ricordare la fugacità della vita e delle sue passioni da abbracciare, nonché l’ineluttabilità della morte. Un po’ il messaggio nascosto da Bruce Springsteen in “Last Man Standing”. Finale con “Won’t Get Fooled Again” – scelta come opener lo scorso anno a Parigi, “Where is my Mind” tanto immediata quanto difficile nei tempi del cantato (avrebbero potuto chiamarla “Where is my Metric”). Quindi l’energia di “Killing in the Name” e di “Learn to Fly”.

“Rockin’1000 non ti basta mai”, commentano David Ribichini Pino Bitetti tra le chitarre a fine concerto, “la tensione e la fatica dei giorni di prova spariscono al momento del concerto e subito non vedi l’ora che ne cominci un altro”. Ribichini va oltre: “Emozionarsi per un bambino tra il pubblico a cui regali un plettro e lo stringi forte, piangere per una canzone che fin da ragazzino sognavi di suonare live, gli amici di sempre, gli amici nuovi gli amici che non vedrai più. Le attese, le stramaledizioni alla pioggia, la concentrazione, gli errori, gli orari, le arrabbiature, i sorrisi, le pose, i consigli dati e ricevuti, i pasti saltati, le tante birre, il Windmill di Pete Townshend sull’attacco di Won’t Get Fooled Again. Un fiume di emozioni”.

Dopo una cancellazione e un rinvio, rispettivamente a Città del Messico e Bogotà, il tour prosegue dunque allo Stadio dei Marmi di Roma (mercoledì 7 giugno) e a Cesena, in una serata che sosterrà le aree alluvionate dell’Emilia Romagna.

LA SCALETTA

ENTER SANDMAN
SMELLS LIKE TEEN SPIRIT
BULLET WITH BUTTERFLY WINGS
YELLOW
YOU REALLY GOT ME
MEDLEY GREEN DAY (Boulevard of Broken Dreams, American Idiot, Basket Case)
KNIGHTS OF CYDONIA
HOW WE ROLL
ENTRE DOS TIERRAS
JUMPING JACK FLASH
SALTA
LIVIN’ ON A PRAYER
ROCK AND ROLL ALL NIGHT
SEVEN NATIONS ARMY
BOHEMIAN RHAPSODY

FIND THE COST OF FREEDOM
WON’T GET FOOLED AGAIN
WHERE IS MY MIND
KILLING IN THE NAME

LEARN TO FLY
MEDLEY HENDRIX – ZEPPELIN (Purple Haze, Foxy Lady, Kashmir, Moby Dick, Heartbreaker, Communication Breakdown, Whole Lotta Love)

di Fabio Iuliano – fonte: www.thewalkoffame.it

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