L’Aquila: si chiama Zlata, è la prima bimba ucraina nata
4 Aprile 2022 Condividi

L’Aquila: si chiama Zlata, è la prima bimba ucraina nata

Si chiama Zlata la prima bimba ucraina venuta alla luce in città. Il suo nome significa oro. La piccola è nata sabato alle quattro del mattino nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Salvatore. Madre e bimba stanno bene. Oggi potrebbero essere dimesse. La giovane, al nono mese di gravidanza, è dovuta scappare dall’Ucraina di tutta fretta per mettere in salvo la piccola che portava in grembo raggiungendo, tra mille difficoltà, la mamma che vive all’Aquila. Il padre di Zlata, però, è dovuto restare in Ucraina a difendere la sua terra dall’invasione russa. Chissà quando potrà abbracciare per la prima volta la sua bimba.

Intanto sono arrivati a destinazione gli aiuti dell’Università dell’Aquila per le popolazioni colpite dalla guerra. Dopo aver percorso in poco più di tre giorni 3.909 chilometri e aver attraversato i confini di Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Ucraina, si è conclusa la missione umanitaria dell’Ateneo aquilano. Una piccola delegazione composta da Gianluca FerriniBarbara Romano ed Elio Ursini, ha raggiunto la zona franca ucraina e consegnato all’Università di Leopoli i medicinali donati da MathMods & InterMaths Alumni Association con i fondi raccolti tramite donazioni. Si tratta dell’ultimo gesto umanitario in ordine di tempo che ha visto l’Ateneo aquilano protagonista. L’Università sta aiutando economicamente i 34 studenti ucraini iscritti ai propri corsi garantendo, a proprie spese, la copertura delle borse relative ai loro programmi di studio e ricerca. Inoltre si è subito attivata per trasferire il prima possibile in Italia gli studenti ucraini che erano in procinto di venire all’Aquila e che erano rimasti bloccati nel loro Paese a causa dello scoppio della guerra. Alcuni docenti, come il prorettore Alessandro Vaccarelli, si sono attivati individualmente per garantire un futuro educativo alle persone ospitate nell’Aquilano. (fab.i.)

Fonte: il Centro

Ansa.it