Ticket to Ride, pt. 22: periferie
16 Marzo 2021 Condividi

Ticket to Ride, pt. 22: periferie

Per la 22esima puntata di “Ticket To Ride, canzoni in viaggio” abbiamo scelto di fermarci nelle periferie. Lo abbiamo fatto chiedendo in prestito quel mitico furgone bianco che accompagnava i Modena City Ramblers nelle piazze di tutta Italia. “Non c’è niente da perdere, nous sommes le Clan Banlieue“, cantavano i Ramblers.

“Banlieue” significa in francese “sobborgo” ed il titolo è probabilmente nato dall’amore del gruppo per le periferie. Le periferie sono tra i luoghi più dinamici. Territori in continua trasformazione, perché più aperti alla sperimentazione, sono quelli che per primi affrontano – e assorbono – i cambiamenti profondi della contemporaneità. Spesso, tuttavia, sono anche i contesti che maggiormente patiscono fenomeni di marginalizzazione.

Pensiamo, ad esempio, a quelle  periferie, allora lontane, quasi sconosciute, una volta evocate sono entrate a far parte della storia moderna di Roma, le si sono appiccicate addosso come una pelle: “Non c’è una Roma antica e una Roma moderna – diceva Pasolini – ma solo una, antica e moderna contemporaneamente“. Oggi possiamo ben dire, fuori da ogni metafora, che la città (Roma in particolare), è una gigantesca periferia, ricca di disuguaglianze sociali e di lotte di tutti contro tutti. Disuguaglianze e lotta sociale che hanno riempito canzoni e pagine di letteratura. Lo stesso Renato Zero ha respinto qualsiasi accostamento ad Achille Lauro con questa frase: “Io cantavo la periferia, non ero un clown

Periferie che in alcuni Paesi sono nuclei ai margini. Pensiamo alle favelas, ad esempio. In particolare a quelle del Brasile e, ancora più nello specifico, alla favela Rocinha di Rio de Janeiro. Considerata la favela piú grande di tutto il Sud America, la Rocinha conta oltre 250 mila abitanti. La condizioni igieniche e sanitarie sono molto precarie, il sovraffollamento e l’umidità delle case favoriscono il diffondersi di malattie infettive come colera, tubercolosi e meningiti. Gli abitanti delle favelas sono discriminati e spesso non hanno accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Guerre tra bande di narcotrafficanti e polizia hanno segnato intere epoche e neanche i Mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016 hanno aiutato la causa. Il paradiso resta solo qualche chilometro più in basso, verso l’oceano. E ci si arriva sulla musica di Flavia Coelho.

“Periferie” è anche la parola chiave per capire tutto il pontificato di Papa Francesco. Ma lui non propone progetti, bensì processi: andare, uscire, radicarsi in questi luoghi che sono il vero cuore delle città. secondo il pontefice, la Chiesa deve “uscire da se stessa” e “andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali”; altrimenti essa rischia una strutturale sconnessione dai processi, ambivalenti e contraddittori, che caratterizzano l’età globale.

Periferie che sono anche la periferie dell’anima, lo spazio che lasciamo ai ricordi, come le Luci a San Siro di Roberto Vecchioni. La seicento e l’amore autentico dei ventanni da barattare per qualsiasi soldo e qualsiasi gloria. “Milano scusa”, si rende conto però il professore, “stavo scherzando: Luci a San Siro non si accenderanno più”.

TICKET TO RIDE – Canzoni in viaggio. Puntata n. 22 del 16.03.2021