L’Aquila: bigliettini “d’amore” in città
L’Aquila, il capoluogo D’Abruzzo, terra tremante e tosta, reagisce di nuovo ad un evento che limita la vita della città e lo fa con dei bigliettini d’amore.
Da quel 6 aprile del 2009 la città in questi, quasi, 11 anni ha faticato a rialzarsi, a prendere fiducia nella città e ad avere di nuovo la voglia di viversi il capoluogo.
Il Coronavirus ha di nuovo gettato la popolazione in un limbo, molti riferiscono che si sentono come nei periodi seguenti al terremoto. Terrore, incomprensione degli eventi, smarrimento. Si era tornati a vivere ora, l’economia a fatica stava ripartendo; a livello turistico c’è stato un crollo, i negozianti stanno di nuovo affrontando una crisi che li ha fatti sprofondare in un nuovo baratro. Ma c’è una differenza con ciò che è accaduto con il sisma, all’epoca per trovare una sorta di normalità uscivi dalla tua zona ed andavi in una città “sana”.
L’Aquila ha bisogno di vita e di qualcuno che la faccia rialzare. Forse qualcuno in città ha capito di cosa c’è bisogno; qualche misterioso “benefattore” vuole regalare un po’ di positività. Vuole regalare calore e sicurezza.
Sono apparsi dei bigliettini gialli, i classici post-it, attaccati sui muri e portoni dei vari locali del corso cittadino. Ognuno lo interpreti come vuole, personalmente l’ho visto come una pacca sulla spalla rassicurante.
A giudicare dalla scrittura e dalla forma del cuore, sembrerebbero essere più persone a mettere in atto questa brillante e tenera idea. Fa bene a tutti, grandi e piccoli, leggere quelle parole, in fondo un sorriso lo strappano. In questo periodo così critico abbiamo bisogno di gesti come questo, se non altro per cercare stare su, di non abbatterci e, soprattutto, di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Il virus non potrà mai abbattere il popolo aquilano.