Jazz, Denitto apre Taimaut all’Aquila
8 Febbraio 2019 Condividi

Jazz, Denitto apre Taimaut all’Aquila

Nella foto in alto, Gianni Denitto con Marilena Paradisi

Aspettando la maratona di fine estate, L’Aquila torna a riempirsi di jazz, grazie a Taimaut, la nuova rassegna dedicata al genere e alle sue contaminazioni, ideata da Polarville in collaborazione con l’Irish Cafè e Spazio Rimediato.

Nell’arco dei prossimi mesi, alcuni tra i musicisti in tour per l’Italia, faranno tappa in città per una serie di eventi in calendario: esibizioni live, selezioni musicali e incontri con scrittori interesseranno le nostre strade per tutto il 2019. Palcoscenici di vario tipo e contributi importanti, come il sassofonista Piero Delle Monache (a cui è anche affidata la direzione artistica) e l’illustratrice Martina Vanda (che cura Artwork), daranno forma a Taimaut. La rassegna è pensata come un contenitore in continua evoluzione, con l’intento di stimolare una città già palcoscenico di un importante festival nazionale dedicato al jazz e sede di un prestigioso corso al Conservatorio.

Stasera, alle 22.30, sul palco dell’Irish, è in programma il primo appuntamento con Gianni Denitto e il suo Kala. Denitto arriva nel capoluogo dopo le esibizioni di Palermo, Nuova Delhi e Calcutta. Il concerto si propone come un percorso musicale e geografico che accompagna gli ascoltatori in un lungo viaggio che unisce la darbuka marocchina al balafon senegalese, la monodia dei raga indiani all’improvvisazione jazz afro-americano.

“Kala”, che in sanscrito vuol dire “Tempo”, raccoglie 7 brani dove il sax è il protagonista, declinato in una miscela tra world music, elettronica e jazz. L’album attraversa mondi e sonorità lontane, ma il baricentro resta sempre uno, il sassofono. In una ricercata e meticolosa composizione sonora, lo strumento attinge alla tradizione del Jazz, ma esplora percorsi inediti, come le ritmiche create utilizzando la percussione dei tamponi. Il concerto è impreziosito dai visual creati dall’artista Riccardo Akasha. Un viaggio per immagini che parte dalle lande incontaminate della Svezia, per passare ai treni stracolmi tra India e Bangladesh, virando drasticamente nella Cina underground, per infine tornare a Torino.

Al suo terzo album, Gianni Denitto è un sassofonista torinese eclettico nato con la musica classica, fiorito con il jazz e maturato nella sintesi tra suono acustico ed elettronico. L’album “Brain on a sofa” (2015) ha portato Gianni Denitto a esplorare diversi Paesi come India, Cina, Nepal e Senegal, dai quali ha tratto ispirazione e materiale per il nuovo lavoro discografico. Kala affonda le radici in un terreno di scambi profondi con ospiti speciali, che hanno ispirato e impreziosito ognuno dei sei brani del disco: il pioniere della Dub music mondiale Zion Train ha co-firmato la produzione del brano Stockholm Rasta, cantato da Roots by Nature, musicista reggae ghanese che ora vive a Stoccolma. L’inconfondibile carisma di Masia One, la “Far East Empress” del rap di Singapore esce con tutta la sua energia in Air China.

In Touki Bouki la dolcezza e l’intensità del Senegal arrivano con la voce del Maestro di Kora Cheikh Fall, le ipnotiche percussioni della calebasse del Maestro Ibou e i riff del balafon di DjibyDiabate. Da Calcutta arrivano le melodie tradizionali che brillano nel brano True, eseguite da Supriyo Dutta, uno dei più noti e stimati cantanti di musica classica indiana. Nonostante il nome, Cafè d’Arab è ispirato a Torino, culla e simbolo di scambi, contaminazioni e integrazione. È di Hicham Rohim, marocchino di Casablanca, la voce del brano, di Yassin El Mahi. Intanto il 22 marzo il trombettista Giovanni Falzone suonerà a Spazio Rimediato.

di Fabio Iuliano – L’Aquila