L’Aquila film festival chiude tra denuncia e simbolismo
24 Dicembre 2015 Condividi

L’Aquila film festival chiude tra denuncia e simbolismo

L’Aquila film festival ha chiuso i battenti nel segno del simbolismo e della denuncia sociale, ma anche rifiuto dell’emarginazione e delle ingiurie della guerra. La giuria dell’edizione 2015 della rassegna cinematografica del capoluogo, che si è svolta all’Auditorium Renzo Piano, ha assegnato il “Forte d’oro” a “Bella e Perduta” di Pietro Marcello. L’opera ha vinto la sezione miglior film, mentre il miglior cortometraggio è andato a “Zarautzen erosi zuen” di Aitor Arregi. Una storia particolare, quella di Marcello dove è un bufalo dalla voce di Elio Germano a raccontare l’Italia. Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo il giovane esemplare di bufalo di nome Sarchiapone. Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in una Penisola bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.

Menzione speciale al film di animazione “Iqbal” di Michel Fuzzelier. Una storia di coraggio e di libertà che ripercorre la storia del bimbo pakistano Iqbal Masih paladino e martire della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Nella realtà Iqbal perde la vita, mentre il film regala alla vicenda un finale inedito, pieno di speranza, regalato anche a tanti bambini aquilani che hanno assistito alla proiezione. Il festival ha visto comunque una serie di opere rivelazione che si sono alternate sullo schermo dell’Auditorium, come Victoria di Sebastian Schipper, con Laia Costa. Spazio anche al ricordo della figura di Pier Paolo Pasolini con la presentazione del volume “Vivere e sopravvivere” di Italo Moscati, affiancata dalla proiezione di “Medea”, nell’ambito di un incontro moderato dal giornalista Antonio Di Muzio a cui ha partecipato il professor Angelo Moscariello. «Siamo molto soddisfatti per questa edizione», spiega Federico Vittorini dell’associazione organizzatrice l’Idea di Cléves. «Abbiamo vissuto dei giorni intensi di cinema avvalendoci anche della collaborazione di tante importanti firme del giornalismo con cui abbiamo condotto una serie di incontri congiunti».

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