Gallien (Fisu): «I record del mondo non arrivano a caso»
16 Dicembre 2013 Condividi

Gallien (Fisu): «I record del mondo non arrivano a caso»

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«Ogni Universiade rappresenta un’esperienza a sé: e sono rimasto molto colpito da quello che ho visto sino a ora qui in Trentino». Visita inattesa del presidente della Federazione internazionale sport universitario, Claude Gallien, al palaghiaccio di Cavalese, in occasione del match di hockey sul ghiaccio tra Canada e Ucraina, finito 11-0 per i nordamericani.

 Il numero uno della Fisu appare piuttosto entusiasta di questo scorcio di XXVI edizione. «C’è stato relativamente poco tempo per preparare l’evento – valuta -. E’ stata una sfida, ma dopo tutto la scelta di programmare le Universiadi qui non è stata fatta a caso. Del resto, siamo in uno splendido comprensorio delle Dolomiti, in un contesto dotato di tutti gli impianti sportivi necessari a ospitare un evento come questo».

Presidente Gallien, conosceva questi luoghi?

«Non conoscevo questo comprensorio, e questa Universiade rappresenta una buona occasione per scoprire luoghi diversi. In ogni caso, il ghiaccio e la neve qui sono in condizioni ottimali, anche perché il clima di questi giorni è eccezionale. Inoltre, siamo sicuri di poterci affidare a un team di persone esperte nell’organizzazione di grandi kermesse internazionali. Qui la gente sa bene cosa fare in contesti internazionali».

Sulla base della sua lunga esperienza delle Universiadi, cosa è cambiato nel movimento sportivo universitario internazionale?
«Il livello tecnico delle Universiadi sia estive che invernali è molto elevato. Ma lo spirito resta quello di sempre: un ambiente fatto di giovani, trainato da gente entusiasta di vivere questo contesto globale».

Come fare in modo che ogni evento, pur nella sua unicità, rispetti gli standard promossi dalla vostra Federazione?

«Il nostro lavoro è di garantire a ciascun Paese ospitante la possibilità di fornire al meglio uno standard qualitativo elevato. In primo luogo, è importante la possibilità di condividere e tramandare le conoscenze tecniche acquisite da un evento all’altro: da Shenzhen (Cina 2011) a Kazan (Russia 2013) per esempio. Ma questo non basta, è importante formare professionisti in grado di lavorare al meglio e garantire un trait d’union tra le varie edizioni. Certo, ci sono dei Paesi, come la Cina, che hanno i mezzi per realizzare delle edizioni che lasciano il segno. Ma, in questo caso, le risorse umane sono importanti».

Come conciliare i livelli agonistici dell’Universiade con lo spirito goliardico che comunque caratterizza i giochi?

«Il fatto che gli atleti non vivano una pressione agonistica eccessiva rappresenta sicuramente un aspetto importante. In primo luogo perché si vive questi giorni con uno spirito diverso. Inoltre, paradossalmente, è proprio il fatto di non sentire la pressione sulle spalle che spinge i ragazzi ad esprimersi al meglio, ottenendo sui campi di gara delle Universiadi dei risultati insperati. Certo, è innegabile che delegazioni investano molto nella kermesse, presentando delle squadre al top, come la delegazione russa a Kazan. Del resto, record come quello che ha reso Pietro Mennea famoso in tutto il mondo (19”72 all’Universiade di città del Messico del 1979 ndr.) non arrivano a caso».

 

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 INTERVIEW WITH CLAUDE-LOUIS GALLIEN, FISU PRESIDENT “WORLD RECORDS DO NOT COME BY CHANCE”

Every Universiade is an unique experience: and I am really touched from I’ve seen here in Trentino.” The President of FISU (International University Sports Federation), Mr Claude-Louis Gallien, unexpectedly visited the Ice Arena of Cavalese during the Ice Hockey match Canada vs Ukraine. The Canadians won with the final score of 11:0. The Number One of FISU looked very enthusiastic about this edition of Winter Universiade.

Organizing this event has been a challenge because of the short time the OC had at their disposal, but the choice made about an Universiade here in Trentino wasn’t accidental. Here we have the stunning Dolomites and all sports venues necessary for such an event.

Mr Gallien, had you ever visited these resorts before?
No, I hadn’t, but this Universiade represents the excellent occasion to discover new places. However, ice and snow are in perfect conditions, helped by the beautiful weather we’re having. Furthermore, we can rely on our skillful and experienced team who can deal with the organization of such top-level international events. People here know how to work in international contexts“.

Considering your long experience in Universiade, what has changed in the international university sports?
The technical level is very high, both in the Winter and in the Summer Universiade. But the spirit is always the same: a milieu composed of young boys and girls, driven by people full of passion.

How is it possible that every event, despite its uniqueness, always complies with the standards of your Federation?
We work to guarantee the highest qualitative standards to every hosting country. First of all, it is essential to share and transfer all technical knowledge acquired from one edition to the other: for example, from Shenzhen (China 2011) to Kazan (Russia 2013). But this is not enough: the most important is to train professional teams so that they could work at best and guarantee a trait d’union among the different editions. Indeed, there are countries like China that have the means to make fantastic editions. But, in this case, human resources are the key element.

How can you conciliate the competitive spirit with the goliardic spirit of the Universiade?
Athletes are not under an exaggerated pressure – that’s a very important feature. First of all, because you can live the whole Universiade in a different way. Furthermore, it’s precisely the fact of not feeling any pressure on their shoulders which boosts all athletes to do their best and to achieve possible unexpected results during the Universiade. Indeed delegations do invest a lot in the event, presenting their top teams, as did the Russian delegation in Kazan. In fact the famous record established by the runner Pietro Mennea (19”72 at the Summer Universiade Mexico City 1979, editor’s note) which is known worldwide, didn’t come by chance.

di Fabio Iuliano – Fonte and daily bulletin 14-12 (foto Enzo Portolano)