Jazz tra memoria e sperimentazione
2 Settembre 2024 Condividi

Jazz tra memoria e sperimentazione

Nel segno dell’improvvisazione e della sperimentazione, con esibizioni che hanno accarezzato tante sfumature del jazz. Una festa per L’Aquila e per molti appassionati la decima edizione del ‘Jazz per le terre del sisma’ che, nella due giorni nel capoluogo, ha fatto registrare una partecipazione di gran lunga superiore alle attese, spingendo gli organizzatori a parlare di 30mila presenze.

“Quest’anno abbiamo visto un clima meraviglioso – ha commentato Ada Montellanico, presidente della Federazione nazionale Il Jazz italiano – Tantissima gente, con le piazze tutte piene. Abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria con momenti che ci hanno fatto ripensare alla magia della prima edizione, quando di persone ne arrivarono sessantamila”. Un successo che lascia ben sperare per il futuro di un’iniziativa lanciata nel 2015 con un seguito importante. Per l’edizione 2025 sono stati designati come direttori artistici Filippo D’Urso (Empoli Jazz), Luca D’Agostino (proveniente dal background dell’associazione fotografi) e Silvia Bolognesi, contrabbassista e producer.

La seconda giornata si è aperta al Parco della Memoria di piazzale Paoli con due progetti – ‘Collective Memories’ e ‘L’Orchestra Jazz che vorrei’ dedicati a bambini e ragazzi. “Celebriamo questo luogo – ha sottolineato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – con progetti artistici per i giovani concepiti con l’obiettivo di contaminare una rassegna che arrivava dal nazionale e che diventasse, invece, del territorio”.

Con la maratona jazz si chiude per L’Aquila un lungo cartellone estivo partito con il Festival delle città del Medioevo e i Cantieri dell’Immaginario fino alla Perdonanza.

“Questa due giorni – ha commentato Fausta Bergamotto, sottosegretario al Made in Italy – è una manifestazione che si inserisce in coda a un’altra serie di eventi che mostrano tutta la vitalità di questa città, e soprattutto mostrano come questa città sta riprendendo il volo. Dico ciò – aggiunge da piazzale Paoli – a maggior ragione nella prospettiva del 2026 quando L’Aquila sarà Capitale italiana della cultura, dunque questi eventi sono tutti tasselli che si legano fra loro”.

di Fabio Iuliano – fonte, il Centro / Ansa