Cerasani, il bassista innamorato della black music
Si appoggia su una fredda transenna del Ponte Carlo per salutare chi lo segue da casa. Sullo sfondo i colori del tramonto d’autunno stampati sul cielo di Praga, una tappa del tour in giro per l’Europa con Shanna Waterstown, una brava e quotata cantante americana. Germania, Svezia, Polonia, Svizzera, Italia e Repubblica Ceca, appunto, le nazioni interessate.
Walter Cerasani, 50 anni compiuti, è un bassista di talento che vanta numerose collaborazioni a livello internazionale, con concerti anche in Asia e negli Stati Uniti. Neanche il tempo di disfare le valigie che per lui sta per iniziare una nuova tournée a fianco del cantautore Shawn Jones, la cui musica tradisce influenze rock, rhythm & blues, jazz & country. Sul palco c’è anche Gianpaolo Feola. I tre suoneranno anche al Pocoloco di Paganica, alle porte del capoluogo, giovedì 12 dicembre.
Originario della Marsica – risiede a San Benedetto dei Marsi – ha iniziato a suonare da adolescente ottenendo delle collaborazioni importanti, sin dal 2007, con la Luca Giordano Band. Anche grazie a Giordano, altro musicista abruzzese, è entrato in contatto con musicisti e cantanti rock/blues americani (Peaches Staten, Nellie Tiger ravis, Nora Jane Bruso, Toni Lynn Washington, Russ Green, Demetria Taylor, Eric Guitar Davis, Sax Gordon, Sugaray Rayford, Leburn Maddox) ed europei (Stevie Zee, Quique Gomez, Leszek Chiconski). Inoltre, ha avuto l’opportunità di lavorare con Stan Skibby come bassista nell’ambito del Jimi Hendrix World Tribute. Contemporaneamente, ha incrociato la sua strada con il grande chitarrista americano Neil Zaza. Con lui ha suonato numerose date in giro per il mondo e ha realizzato tre dischi.
Quando sei in tour da così tanto ne succedono di tutti i colori: «Aneddoti se ne potrebbero raccontare a centinaia», sottolinea il bassista marsicano. «Una volta (e solo una per fortuna) mi è capitato di essermi dimenticato di caricare il basso sul furgone e di essermene accorto dopo 800 km. Un’altra volta, dopo un concerto di Neil in un club austriaco, ricevo dei sentiti complimenti da parte di una “persona” senza essermi reso conto che si trattava di Carmine Rojas, leggendario bassista di David Bowie, Tina Turner, Joe Bonamassa. E pensare che da ragazzino mi sono letteralmente divorato le sue linee di basso. Ad ogni modo, il ricordo più bello che ci si porta dietro dei tour resta sempre l’apprezzamento e la disponibilità delle persone».