L’Io e la metà più oscura, Rubini indaga su Jekyll e Hyde
“Gli esseri umani, così come li incontriamo, sono un miscuglio di bene e di male”. Robert Louis Stevenson conosceva bene questa verità, al punto da farne il cuore del suo capolavoro Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886). Questo celebre romanzo, esplorando il tema del doppio, ha ispirato decine di adattamenti per teatro, cinema, fumetti e televisione.
Il primo adattamento teatrale, firmato da Thomas Russell Sullivan, debuttò nel 1887, a un anno dalla pubblicazione del libro, con repliche a Boston e Londra. Da allora, il dramma di Jekyll e Hyde ha continuato a rivivere sui palcoscenici di tutto il mondo, amplificando l’intensità del conflitto psicologico e l’elemento del doppio.
In questa tradizione si inserisce Il caso Jekyll, l’adattamento di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, in scena domani, lunedì 6 gennaio, al Teatro Maria Caniglia di Sulmona alle ore 18. Lo spettacolo, coprodotto da Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro e Teatro di Bolzano, vede Sergio Rubini impegnato sia alla regia che sul palco, affiancato da Daniele Russo, Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia.
Al centro della narrazione c’è Henry Jekyll, stimato studioso della mente, vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, nello stesso periodo in cui nascevano e si sviluppavano le teorie psicanalitiche. Ossessionato dal conflitto tra l’Io e la sua “ombra”, Jekyll decide di sperimentare su se stesso le sue teorie, dando vita al suo alter ego, Edward Hyde. Tuttavia, ciò che nasce come un esperimento razionale si trasforma presto in un incubo: Hyde prende il sopravvento, rivelando la violenza e la malvagità celate nell’animo umano.
“Il nostro adattamento”, spiega Rubini nelle note di regia, “è un viaggio nell’inconscio, che esplora i pericoli e i piaceri scaturiti dall’ombra. Abbiamo voluto sviluppare una drammaturgia in chiave psicanalitica, spogliandola delle allegorie di Stevenson per avvicinarla ai temi della contemporaneità”.
Il caso Jekyll inaugura la stagione di prosa 2025 del Teatro Caniglia, promossa da Meta Aps.
di Fabio Iuliano – articolo uscito su Ansa e Centro
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