Berlusconi, il ricordo e le proteste all’Aquila
ANSA-BOX/L’Aquila lo ricorda, ‘new town e G8,non ci dimenticò’
Obama e le casette post sisma. Il sindaco Biondi, ‘ci ha amato’
(di Fabio Iuliano) (ANSA) – L’AQUILA, 12 GIU – Creò non poco imbarazzo, negli studi di Domenica In, una battuta del mago Silvan in diretta, a pochi giorni dal sisma dell’Aquila. Brandendo la sua bacchetta magica disse: “Poi la impresteremo a Silvio Berlusconi per risolvere l’emergenza terremoto”. La conduttrice, Lorena Bianchetti, prima impallidì, poi si dissociò, affrettandosi a dire: “La tua battuta è assolutamente personale”. Allora, come oggi, la narrazione della presenza berlusconiana nell’Aquila nel 2009 e negli anni che seguirono, ha assunto dei toni controversi, per chi vissuti come miracolistici, per chi percepiti come mera propaganda. Di certo, il suo passaggio è parte integrante della storia di quel tempo. “Silvio Berlusconi amava L’Aquila – sottolinea il sindaco Pierluigi Biondi dopo aver appreso della sua scomparsa -. Se oggi la città è in grado di guardare al futuro e si è rialzata dopo il devastante terremoto lo si deve anche al suo impegno e alla sua visione prospettica delle cose”. E poi ancora. “Capì sin da subito la gravità di quella tragedia – prosegue il primo cittadino – per cui il governo stanziò oltre dieci miliardi, fondamentali per gestire l’emergenza e le prime fasi di ricostruzione in 57 comuni dislocati su tre province abruzzesi, con centomila sfollati”.
Centomila sfollati a cui, grazie al sistema di Protezione civile, coordinato da Guido Bertolaso, fu data una risposta logistica nel giro di 48 ore, prevalentemente attraverso tendopoli o alberghi. La scommessa più grande fu legata al piano Case e Map, l’idea delle new town, con 4500 alloggi per dare un tetto sicuro a oltre 20mila persone e scuole in tempo per l’autunno. Berlusconi scelse il 29 settembre 2009, data del suo compleanno, come momento per consegnare di persona le prime prime chiavi nel complesso di Bazzano. Una corsa contro il tempo tra progetti, appalti e subappalti, in fase di definizione sin dalle primissime ore dell’emergenza. Quella scelta fu tutt’altro che scontata, così come i problemi di gestione furono e sono innegabili. Ma quegli appartamenti permisero a migliaia di persone di restare all’Aquila. Numerosissime le contestazioni indirizzate a Berlusconi, accentuate dalla scelta di trasferire il G8 dalla Maddalena all’Aquila, per ragioni di “risparmi, sicurezza e solidarietà”.
Fu il tempo dello “Yes we camp”, scritta enorme per intercettare lo sguardo dell’allora presidente Usa Barack Obama, così come del popolo delle carriole o dello slogan dialettale “Berlusco’ non te fa revede’ all’Aquila”. Ma lui tornò e fece in modo che i media contassero le sue visite, 31 nel tempo infelice del dopo terremoto. (ANSA).
ANSA/Berlusconi:L’Aquila, la ciudad del amor y las protestas https://encr.pw/IOuWL
Por Fabio Iuliano (ANSA) – El alcalde de L’Aquila, Pierluigi Biondi, lamentó hoy el fallecimiento de Silvio Berlusconi, y recordó que gracias a él la capital de la provincia del mismo nombre “es capaz de mirar al futuro” tras el devastador terremoto que sacudió la zona en 2009. “Silvio Berlusconi Amaba L’Aquila. Si hoy la ciudad es capaz de mirar al futuro y se ha levantado de nuevo tras el devastador terremoto, se debe también a su compromiso y a su visión prospectiva de las cosas”, resaltó Biondi. Según el primer ciudadano, Berlusconi “comprendió enseguida la gravedad de aquella tragedia” y por entonces el gobierno “destinó más de diez mil millones de euros, fundamentales para gestionar la emergencia y las primeras fases de reconstrucción en 57 municipios repartidos por tres provincias de los Abruzos, con cien mil evacuados”. “Cien mil evacuados a los que, gracias al sistema de Protección Civil, coordinado por Guido Bertolaso, se dio una respuesta logística en 48 horas, principalmente a través de campamentos de tiendas de campaña u hoteles”, agregó. La mayor apuesta estaba relacionada con el plan “Case e Map”, la idea de nuevas ciudades, con 4.500 viviendas para dar un techo seguro a más de 20.000 personas y escuelas a tiempo para el otoño. Berlusconi había elegido el 29 de septiembre de 2009, día de su cumpleaños, para entregar en persona las primeras llaves del complejo de Bazzano. Fue una carrera contrarreloj entre proyectos, licitaciones y subcontratos, que se fueron definiendo desde las primeras horas de la emergencia. Aquella elección era cualquier cosa menos una conclusión inevitable, del mismo modo que los problemas de gestión eran y son innegables. Pero esos departamentos permitieron que miles de personas permanecieran en L’Aquila. Numerosas protestas se dirigieron contra Berlusconi, acentuadas por la decisión de trasladar el G8 de La Maddalena a L’Aquila, por razones de “ahorro, seguridad y solidaridad”. Era la época del “Yes we camp”, una enorme inscripción para llamar la atención del entonces ïpresidente de Estados Unidos, Barack Obama, así como del pueblo de las carretillas o del slogan dialectal “Berlusco’ non te revedé all’Aquila”. Pero volvió e hizo que los medios de comunicación contaran sus visitas, 31 en el tiempo que siguió al terremoto. (ANSA)