Intervista a Luca Bianchini tra libri e karaoke
La capacità della scrittura di Luca Bianchini di evocare immagini è fuori dal comune. Ai suoi ro-manzi sono stati ispirati film di qualità come lo che amo solo te” e “La cena di Natale”, inter-pretati da attori come Michele Placido, Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Uccio De Santis, Maria Pia Calzone, Luciana Littizzetto. Non fa eccezione il suo libro “Nessuno come noi”, sul grande schermo con Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum. Autore e speaker radiofonico,
Bianchini sarà all’Aquila giovedì 11 maggio alle 18,30 per un in-contro alla Libreria Maccarrone (Galleria commerciale 99). Un incontro dedicato al suo libro “Le mogli hanno sempre ragione” (Mondadori 2022), ambientato a Polignano come buona parte della sua produzione lette-raria. A dialogare con l’autore sa-rà Stefano Carnicelli, direttore di filiale di banca e scrittore, mentre Adrian o Sa ba tini leggerà alcune pagine del testo. Presente la giornalista Daniela Rosone e ci sarà un breve accompagna-mento musicale dal vivo. L’ini-ziativa è a cura dellassociazione Il Cielo Capovolto.
“Le mogli hanno sempre ragione” si propone come una commedia esilarante che fa vivere alla amata Polignano una nuova avventura ricca di colpi di scena, in cui tutte le tessere del mosaico si mettono lentamente a posto per rivelare una sorpren-dente verità. Come ogni giallo che si rispetti. Protagonista è il maresciallo Gino Clemente, -un tipo pittoresco dalla canottiera bianca, campione di karaoke e innamorato del suo labrador e della moglie Felicetta. Dopo anni passati lontano da casa, viene finalmente trasferito nel suo paese d’origine, Polignano a Mare appunto. La festa del paese nella Notte di San Vito è turbata da una chiamata d’urgenza. Una donna è stata trovata senza vita ed è chiaro che non si tratti di morte accidentale. Sarà il giallo dell’estate. Bianchini è nato a Torino nel 1970 collabora con vari formar Radio Rai.
Bianchini, un ritorno a Polignano come ambientazione, ma cambia il genere. Qui si ha a che fare con un vero e proprio giallo. Come è nata l’idea?
Questo libro è nato durante le settimane di lockdown. Un periodo in cui volevo fuggire da casa, ma non avevo molte vie di uscita. Cosi mi vino detto: provo a scrivere qualcosa sul Covid, ma con un po’ di ironie. Un compito tutt’altro che facile quando ti manca il giusto distacco emotivo. Di qui. la scelta di cambiare genere e dedicarmi al giallo. Mi sono messo alla prova non potendo viaggiare fisicamente ho fatto un viaggio di genere. Per fare una cosa difficile bisogna far finta che non lo sia. è un po’ come la dieta, quelli che ci riescono sono quelli cheta affrontano con semplicità. senza prepararsi prima.
Parte della sua fortuna letteraria è legata alle trasposizioni cinematografiche. Quanto è differente l’opera nel passaggio al grande schermo?
Va detto che film e libri sono parenti, magari cugini ma non sono proprio la stessa cosa lo preferisco i romanzi perché li sento come cosa mia. Amo il controllo totale del mio lavoro. In un film, invece, tu puoi anche scrivere la sceneggiatura e avere il migliore dei rapporti con regista e produttore. Però un film è sempre un compromesso rispetto al libro, perché sono tanti i fattori in campo. ln primis il budget che incide sulla scelta delle ambientazioni e degli interpreti. Nei romanzi, hai un budget illimitato che è la fantasia.
Come è nato il suo amore per la Puglia?
Tutto è nato grazie alle presentazioni di un libro che avevo scritto diversi anni fa. Era ambientato a Venezia, ma in Puglia dopo ogni presentazione mi invitavano a cena. Con ì pugliesi condivido un forte radicamento verso la famiglia.
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro