Encomio al professor Francesco Barone
Il professore dell’Università dell’Aquila, Francesco Barone, ha ricevuto un encomio solenne da parte del sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara), Salvatore Lagatta per il suo impegno nelle azioni umanitarie, in particolare verso le popolazioni dell’Africa subsahariana.
“Nella sua continua e incessante missione umanitaria in Africa – si legge nelle motivazioni – ha dimostrato determinazione e coraggio affrontando pericoli e avversità, facendosi promotore di innumerevoli iniziative volte a dare sostegno alle popolazioni, attraverso la distribuzione di cibo, medicine e vestiario. Impegnandosi inoltre, a promuovere la scolarizzazione dei bambini”. Ieri la cerimonia di consegna, al castello del paese, con l’accompagnamento dei musicisti del concerto bandistico di Bussi. “Sono particolarmente orgoglioso di aver ricevuto questo riconoscimento nel mio Paese – ha commentato Barone che ha alle spalle ben 57 missioni -. Dopo numerosi altri, nazionali e internazionali, è comprensibile che assuma una valenza speciale.
Bussi è il paese dove sono nato e cresciuto, dove vivono i miei familiari e i miei amici. Considero tale riconoscimento come un attestato di stima, ma anche come una spinta e una motivazione per continuare nel cammino della solidarietà intrapreso 25 anni fa, con il primo viaggio in Ruanda”. Un’occasione per parlare dei nuovi progetti. “Sono pronto per una nuova partenza – ha detto – prevista per giugno prossimo in Congo, sarà un’ulteriore occasione per portare aiuti umanitari alle popolazioni del Nord Kivu, territorio devastato dai continui conflitti. A Goma, costruiremo un’altra scuola. Inoltre, favoriremo le cure mediche alle persone vulnerabili, continueremo a sostenere gli orfanotrofi e i bambini di strada.
Porteremo avanti le iniziative di sensibilizzazione già avviate in difesa delle donne vittime di violenze e dei bambini vittime dello sfruttamento del lavoro minorile”.
“Spero che Bussi – conclude – possa diventare un luogo di riferimento importante per la promozione della cultura dell’accoglienza e del rispetto delle differenze, attraverso un proficuo coinvolgimento dei giovani. Dedico l’encomio a mio figlio per aver dovuto subire e sopportare 57 mie partenze”.