Kaminsky: la mia gente vive a testa alta
“Sono stato in Ucraina a luglio. È importante ricordare che le persone continuano a vivere la loro vita, a innamorarsi, a badare alle proprie famiglie, a sopravvivere”.
Lo ha detto il poeta ucraino Ilya Kaminsy, a margine della cerimonia di premiazione del XXI Premio letterario Laudomia Bonanni che si è svolta all’Auditorium del Parco, all’Aquila. Nato a Odessa, Kaminsky è arrivato negli Stati Uniti nel 1993, quando la sua famiglia ha ottenuto asilo dal governo americano.
Nel 2019 è stato selezionato dalla Bbc come “uno dei 12 artisti che hanno rivoluzionato il mondo”: con “Repubblica sorda” ha vinto il National Jewish book Award for Poetry e il Los Angeles Time book prize. “Abbiamo tutti bisogno del linguaggio della poesia per avere a che fare con il dolore, per elaborarlo”, ha detto Kaminsky alla platea. “Sono stato in Ucraina a luglio. È importante ricordare che le persone continuano a lottare per vivere a testa alta. Talvolta, il linguaggio del racconto è risultato di una cattiva traduzione, come diceva Kafka, la poesia invece traduce ciò che il linguaggio stesso non riesce a esprimere”.
Di qui l’auspicio ai più giovani: “Auguro ai ragazzi ucraini e a tutti i giovani che sono qui di vivere una vita piena di poesia”. Il poeta ha anche dialogato con gli studenti e alla loro domanda: “Che parole diresti a Putin se lo avessi davanti?”, il poeta ucraino ha così risposto: “È ora di andare in pensione”.