Ucraina: famiglie a scuola di italiano
La bandiera gialloblu sventola da alcuni mesi sul complesso Map della frazione di Civitaretenga. È qui che, da alcuni mesi, hanno trovato ospitalità alcune famiglie in fuga dalla guerra in Ucraina. Procedure semplificate e accordi istituzionali hanno permesso a bambini e ragazzi di aggregarsi alle classi delle scuole del comprensorio, dall’infanzia alle superiori. Per i genitori – in gran parte mamme – mancavano però degli strumenti mirati a favorire l’integrazione.
È la storia di Natalia nata a Prypiat, città ora in abbandono al confine con la Bielorussia, o la storia Svitlana, che fino all’inizio della crisi viveva a Odessa. Giovani madri che hanno percorso migliaia di chilometri per mettere in salvo i propri figli dalla follia della guerra. Quando, la scorsa primavera, sono arrivate in zona, nessuna di loro parlava italiano.
In poche settimane si sono costruite un vocabolario “di prima emergenza”. Ora, una collaborazione tra amministrazione comunale di Navelli (L’Aquila), l’omonimo Istituto comprensivo e il Centro Provinciale Istruzione Adulti (Cpia) L’Aquila permetterà a queste persone, in parte provenienti anche dall’area di Kharkiv, di frequentare un corso di lingua italiana.
I corsi sono stati attivati proprio all’interno di una casetta nel complesso Map e saranno portati avanti da docenti delle due scuole, entrambe dirette dalla professoressa Alessandra De Cecchis. “L’obiettivo”, spiega quest’ultima, “è anche quello di favorire il dialogo e la cooperazione tra la scuola e le famiglie degli alunni stranieri nel segno del pluralismo e del multiculturalismo che connotano entrambi gli Istituti che dirigo”.
Le lezioni sono volte anche a favorire le “buone pratiche” per l’accoglienza e l’inserimento di persone straniere. Il supporto logistico e tecnico è fornito dal Centro servizi di volontariato. Venerdì c’è stata la prima lezione, sulle regole basilari della lingua italiana. L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione dei docenti Annarita Di Vincenzo (funzione strumentale Intercultura) e Fabio Iuliano. Entusiasta il sindaco Paolo Federico.
“Come amministrazione”, commenta, “ci siamo subito attivati per accogliere le persone in fuga dalla guerra. Oggi, con questa nuova iniziativa contiamo di dare alle persone provenienti dall’Ucraina gli strumenti fondamentali per l’integrazione. Siamo consapevoli che queste persone sono molto legate alla loro terra e che si trovano nel nostro territorio a causa di un evento estremo e disumano come la guerra, tuttavia lavoriamo per creare legami veri che possano andare oltre questo periodo”.