La raffinata Malika Ayane e le telefonate al chiringuito
Risponde al telefono da un chiringuito di Orosei, nel cuore della Sardegna selvaggia dove ormai è solita trascorrere qualche momento di relax tra un concerto e l’altro. Non fa eccezione questo tour estivo che porterà Malika Ayane due volte in Abruzzo, all’Aquila domani sera alle 21.30 in piazza Duomo nell’ambito dei Cantieri dell’Immaginario e a Pescara tra qualche giorno, martedì 16 agosto. Il suo viaggio dal vivo è organizzato da Friends & Partners e vede al suo fianco il manager Angelo Calculli, con la tappa nel capoluogo d’Abruzzo promossa dalla società concertistica Barattelli. Un’artista dalla grande classe, eleganza e raffinatezza che, con la sua voce dal timbro caratteristico e riconoscibile nel panorama italiano, ripercorre la sua carriera fin dagli esordi riportando on stage i brani che l’hanno vista esibirsi sui più importanti palchi italiani.
In scaletta non solo i grandi classici dell’artista milanese, ma anche i suoi ultimi successi e una ventata di musica nuova, per regalare al pubblico un clima energico e di festa, dando un tocco di freschezza alle serate estive. Tutto il resto è un’esperienza da vivere, anche nel segno della leggerezza, magari quella di cui parlavano Huxley e Calvino. Quella che a volte si sa mascherare da spensieratezza.
Proprio un paio di settimane fa è uscito il video che accompagna Una ragazza, singolo scritto e composto dalla cantautrice con Pacifico e Andrea Bonomo, prodotto da Greg Willen. Il brano si propone come inno alla spensieratezza, una scelta di vita frutto però di un percorso che non prescinde dalla consapevolezza e dell’esperienza che si matura e si sperimenta nel tempo. Il brano, dalle sfumature punk-rock e dal gusto retrò, rappresenta un omaggio alla musica beat degli anni ’60, un periodo storico di ricostruzione e di allegria in cui la gente si riversava nei locali e sulle spiagge per ballare lo shake, uno dei balli intramontabili e protagonisti delle feste anni ’60. Sul palco Malika Ayane è accompagnata da una band d’eccezione composta da Stefano Brandoni alla chitarra, Andrea Andreoli al trombone, Raffaele Trapasso al basso, Carlo Gaudiello al piano e Phil Mer alla batteria.
Perché la scelta proprio di un trombone come fiato solista?
Intanto, avere in squadra uno come Andrea è un valore aggiunto perché rappresenta uno dei massimi esponenti sullo strumento. Poi c’è da dire che il trombone va a coprire, nell’arrangiamento, quelle tonalità che solitamente sono riservate al violoncello, il cui utilizzo talvolta sembra dare alle canzoni dei tratti eccessivamente malinconici. Con questo tipo di fiati si possono realizzare delle partiture ben più particolari, senza comunque rinunciare alla profondità.
Una scelta che sembra accompagnare un po’ tutta la sua carriera artistica, fatta da brani divertenti, ma anche da ballad che lasciano il segno.
Ho un rapporto intenso con la musica. Potrei divertirmi per ore cantando al karaoke le hit dei Pet Shop Boys o Britney Spears, abbandonando la mia zona di comfort, così come macinare chilometri per andare a seguire l’Opera. Mi piace provare, sperimentare. La sfida poi è guardarsi dentro, trovando un equilibrio.
Come sta andando Una ragazza, il nuovo singolo?
Mi piace il fatto che la canzone non abbia una percezione univoca. C’è chi si ferma a struttura e ritornello e non va oltre i contorni pop (come se “pop” fosse una parolaccia). Poi c’è chi riesce a riconoscere nelle liriche delle sfumature meno convenzionali, o ad apprezzare delle scelte artistiche tipiche dei brani che hanno un disegno motown.
Ricordi dell’Abruzzo?
Il grande affetto del pubblico, specie in una serata a Francavilla al Mare.