Manu Chao chiude le Feste di Settembre
17 Settembre 2021 Condividi

Manu Chao chiude le Feste di Settembre

«Qué horas son mi corazón? – Che ore sono amore mio?». Ne è passato di tempo da quando Manu Chao, all’anagrafe José Manuel Arturo Tomás Chao Ortega, si divertiva a mettere in musica domande semplici ed essenziali come questa. L’ex leader dei Mano Negra continua a fare concerti su concerti, con una serie di date in giro per l’Italia nell’ambito del suo tour “El Chapulín SoloManu Chao Acustico”.

Questa sera, dopo ben 18 anni in attesa, il musicista riserva all’Abruzzo l’unico concerto del centro Italia. Appuntamento alle 21,30, al Parco Villa delle Rose di Lanciano per la chiusura delle Feste di Settembre 2021, la kermesse che tra gli altri ha visto sul palco anche Max Pezzali, Gaia e Aka7even e Niccolò Fabi.

Cantastorie cittadino del mondo che ha ispirato milioni di musicisti, icona culturale celebre per il suo impegno civile e sociale, Manu Chao è da sempre considerato uno degli artisti più liberi, non conformi alle regole del mercato, autentico punto di riferimento del panorama musicale internazionale. È nato a Parigi 60 anni fa da genitori spagnoli scappati in Francia per fuggire dalla dittatura spagnola e ha trascorso un’infanzia circondato da artisti in fuga, che trovano spesso rifugio nella casa dei genitori. A metà degli anni Ottanta, ha fondato i Mano Negra, gruppo d’avanguardia che canta in francese, inglese e spagnolo, fondendo culture e stili differenti, come rock, punk, reggae, rap e musica iberica.

Con questa formazione prima e da solista poi, nel corso degli anni, è stato protagonista in Italia di concerti memorabili in grado di richiamare migliaia di persone che con lui condividono la musica e gli ideali. Dopo cinque album con i Mano Negra (sei se si conta il “Best of del 1998”, uscito nello stesso anno del suo primo disco da solista, Clandestino), Manu Chao ha dato alle stampe quattro album in studio da solista (oltre a due live, Radio Bemba Sound System del 2002 e Baionarena del 2009).

Da Próxima Estación: Esperanza del 2001 e Sibérie m’était contéee del 2004, passando per La radiolina del 2007 fino all’ultimo disco in studio del cantante, Clandestino / Bloody Border del 2019 (ristampa dell’album d’esordio), la sua discografia è ricca ed eterogenea. Pubblicato nel 1998, Clandestino si è rivelato un capolavoro che difendeva e celebrava immigrati ed emarginati unendo la visione sudamericana a quella europea in un periodo in cui la musica pop stava subendo gli effetti della globalizzazione. La ristampa include tre brani inediti ed è disponibile su cd e vinile in edizione limitata, oltre che su tutti gli store digitali. La rivisitazione di Clandestino, brano che dà il titolo al disco, tira in ballo femminista trinidadiana Calypso Rose. Una presenza che aggiunge nuova drammaticità al trovarsi abbandonati in mare: “la terra di fronte a me non mi vuole e quella alle mie spalle brucia”.

di Fabio Iuliano – fonte: il Centro