Fiorenza, addio tra musica e ricordi
Le corde vocali di Federica Di Stefano accarezzano le note di Beautiful that way, il motivo principale scelto da Roberto Benigni per “La vita è bella”. Una scelta forse insolita per un rito funebre, ma che inconsapevolmente intercetta le parole di don Alessandro Benzi nell’ultimo saluto a Federico Fiorenza, 80 anni, storico direttore del Teatro stabile d’Abruzzo, persona di riferimento per generazioni di attori e operatori culturali, dentro e fuori le scene. «In tanti in queste ore», rimarca il sacerdote nel corso della funzione a San Bernardino, «hanno ricordato i riconoscimenti e gli obiettivi raggiunti nella sua lunga carriera.
Io voglio invece concentrarmi sulla sua capacità di saper portare il bello nelle nostre vite, quasi a restituire un senso vero e profondo alla vita stessa». Dall’abside alla navata centrale, i banchi della chiesa accolgono familiari, ex colleghi, attori, registi, scenografi. Soprattutto amici, come quelli che gli avevano fatto una festa a sorpresa per i suoi 80 anni. Anche in quell’occasione aveva scandito quell’appuntamento di aneddoti e curiosità, come sapeva fare. Qualche mese fa, del resto, aveva dato l’addio al professor Fernando Taviani, riempiendo di ricordi il cortile antistante palazzo Camponeschi.
Però Fiorenza sapeva parlare molto bene anche al tempo presente. Lo si intuisce dai volti solcati da lacrime di tanti giovani che condividevano progetti teatrali o multimediali. Uno degli ultimi, dedicato a Campli, è uscito lo scorso Natale come omaggio al borgo, ma anche per parlare dell’arte come veicolo per guardare oltre le difficoltà del momento. «È stato lui a farmi vedere i primi spettacoli, è stato lui a portarmi in giro anche per piccoli paesi», ricorda il nipote Andrea Cappella, con la voce rotta dal pianto. «Mi mise anche in mano una macchina fotografica. Ogni volta che salirò sulla bici per girare tra vicoli e strade lo sentirò qui con me».
Accanto all’altare lo stendardo del Rotary Gran Sasso che nel 2015 ha visto Fiorenza presidente, in un percorso parallelo all’amico Luca Bruno, al vertice del club L’Aquila più o meno nello stesso periodo. «Come non essere contagiati dall’entusiasmo, dallo spirito fresco che metteva nelle sue idee», sottolinea quest’ultimo. L’ultimo a salire accanto all’altare è Cristiano Sicari, presidente del Teatro Marrucino di Chieti: «Federico, oggi sei bello come sempre».