Ticket to Ride, pt. 15: Viaggio e mare
30 Gennaio 2021 Condividi

Ticket to Ride, pt. 15: Viaggio e mare

Il viaggio della puntata n. 15 di “Ticket To Ride” prende il largo alla scoperta delle metafore e delle suggestioni del mare. Apre la puntata “Oceans” dei Led Zeppelin dal loro album del 1973 “Houses of the Holy”, un brano in cui l’oceano è la metafora per descrivere il mare di teste di fronte al cantante Robert Plant durante i concerti, come racconta il biografo del leggendario gruppo inglese Dave Lewis. È, quindi, di persone, di teste e di volti, l’oceano cantato dai Led Zeppelin-

Oceani e mari, naviganti e chimere, mostri e desideri, uno su tutti lo ha reso immortale Herman Melville nel 1851 con il suo “Moby Dick” nelle cui pagine il viaggio per mare diventa metafora del tutto, di vita e di morte, tormento e anelito all’infinito.  Il Mediterraneo, il mare in mezzo alle terre, le note e le parole di Gianmaria Testa lo hanno raccontato. “Sei la conchiglia di acqua e sale / che annega il sogno / di riposare / e lascia un pianto / che non si asciuga / e va nel mare”.
Sei la conchiglia” è una delle sue canzoni “leggere”, come le definiva lui stesso, che era un campione della leggerezza calviniana. Lo diceva un po’ schermendosi, che scriveva poco e lentamente, perché voleva che le sue canzoni “leggere” durassero, avessero un senso anche agli occhi dei suoi figli – e di tutti gli altri – un decennio, due decenni dopo. Nel mare si naviga e si naufraga, si sogna e si muore. Tanti i naufragi narrati nella letteratura di tutti i tempi. Ulisse, nonostante i naufragi, sfida il mare per sete di infinito, lo stesso infinito che rende dolce il naufragare di Giacomo Leopardi. La metafora del viaggio esistenziale in mare diventa, però, tragica ricostruzione di cronaca e racconto di speranza nelle parole di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. L’approdo e l’attesa per le prossime navigazioni saranno, infine, le parole di Biagio Antonacci in “Se è vero che ci sei”, il brano che conclude la puntata. “Certe volte guardo il mare, questo eterno movimento, ma due occhi sono pochi per questo immenso…”