Gigaton, l’ascolto track by track (da Pearljamonline.it)
Come riporta Variety, è stato fatto ascoltare in anteprima a diversi giornalisti il nuovo album dei Pearl Jam. La location prescelta è stata il NeueHouse di Los Angeles, alla presenza del produttore Josh Evans e di Eddie Vedder, che ha distribuito tequila a tutti i presenti (“Non ho mai bevuto cosi’ tanta tequila al pomeriggio” ha detto il cantante dei Pearl Jam, sorridendo).
Gigaton, che con i suoi 57 minuti sarà il disco più lungo dato alle stampe dai Pearl Jam, è stato descritto da Jonathan Cohen – giornalista e biografo della formazione – come “il disco più forte e vario del gruppo dai tempi di Yield“.
Gigaton inizia con due canzoni rock. L’opening track è la grintosa Who Ever Said (dove Eddie canta, “All the answers will be found in the mistakes we have made“) seguita dalla propulsiva Superblood Wolfmoon con un ottimo solo di Mike McCready.
Il terzo pezzo della tracklist è la già conosciuta Dance of the Clairvoyants mentre Quick Escape è retta su un tosto giro di basso di Jeff Ament sul quale Eddie canta di una viaggio internazionale dove cita Jack Kerouac, il massimo esponente della beat generation (“Sleep sack, a bivouac and Kerouac sense of time” canta Ed). Alright, posta come ideale chiusura del primo lato, è una lenta canzone dove Eddie ripete “If your heart still beats free, keep it to yourself“.
La seconda parte del lavoro è aperta da Seven O’clock, con echi dei Pink Floyd e con un inedito falsetto di Eddie Vedder presente nella seconda parte della traccia. “Fa parte delle prime session del gruppo per questo disco tenute nel 2017, poi è stata cambiata diverse volte nel corso del tempo” ha detto il produttore Josh Evans mentre Eddie si è detto particolarmente orgoglioso del suo testo.
Never Destination è un pezzo che segue le tracce di M.F.C. e ricorda da vicino certe sonorità post-punk di fine anni settanta mentre Take The Long Way si basa su un memorabile riff di batteria di Matt Cameron, impreziosito dalla voce di Eddie che urla “I always take the long way/ It leads me back to you.”
Buckle Up è scritta da Stone Gossard ed è uno pezzi più strani e rarefatti di Gigaton, ideale introduzione a Come Then Goes, una ballata di Eddie Vedder che ricorda certe canzoni di Pete Townshend (dove il cantante dei Pearl Jam canta “We could all use a savior from human behavior“).
Gigaton si conclude con due tracce memorabili. Retrograde è una struggente ballata sullo stile di Just Breathe e Sirens dove Eddie ripete più volte il verso “feel the sound“. La chiusura è affidata a Cross River, già presentata alcune volte nei concerti solisti del cantante dei Pearl Jam (all’Ohana Fest nel 2017 e nel 2019 al Firenze Rocks, per esempio). E’ stata incisa da Vedder con un pump organ del 1850 e impreziosita da alcune note di kalimba suonate da Jeff Ament e di chitarra acustica suonate da Stone Gossard. Presente anche McCready che qui suona l’e-bow.
Gigaton è stato mixato in Dolby Atmos, una tecnologia sorround che supporta fino a 128 oggetti sonori, ognuno con le proprie caratteristiche sonore, ai quali si può assegnare una qualsiasi posizione in uno spazio tridimensionale. “Josh Evans ha fatto un lavoro davvero incredibile“, ha detto Eddie.
GIGATON
Prodotto dai Pearl Jam con John Evans