La quinta domenica bestiale del jazz
La quinta “domenica bestiale” del jazz parte alle 12 in punto con un nuovo omaggio alla Casa dello Studente, il cui spazio antistante, anche quest’anno, è riservato alla sperimentazione. La voce è quella di Emanuela Di Benedetto, autrice di tutti i brani del progetto “Human emotions”. Al suo fianco l’altra cantante, Miriana Faieta e, alle loro spalle, Giulio Gentile(pianoforte), Pietro Pancella (contrabbasso) e Michele Santoleri (batteria). Ensemble che gravita sull’Abruzzo e prende linfa da esperienze diverse di Conservatorio.
NOZZE JAZZ. In realtà, il concerto di apertura era previsto due ore e mezza prima, ma la concomitanza di un matrimonio alla basilica di Collemaggio ha costretto gli organizzatori a posticipare l’appuntamento all’ora di pranzo. Poco male, anzi: turisti e appassionati della kermesse del jazz italiano per le terre del sisma, prima di entrare in chiesa godono dello spettacolo della danza del Laccio d’amore, col gruppo folkloristico di Penna Sant’Andrea, chiamato in causa per gli sposi. In basilica i Virtuosi italiani propongono un repertorio tra il jazz e la musica classica, potendo contare sulla collaborazione di Daniele Di Bonaventura, al bandoneon, e soprattutto di Paolo Fresu. La sua tromba e il suo flicorno si fanno strada tra la gente ai due lati dell’altare e poi lungo la navata, fino a riempire la chiesa. Note che fanno breccia tra gli arrangiamenti per archi, con finali su nota tenuta. Il progetto si chiama “Back to Bach” in omaggio a Johann Sebastian Bach, ma il brano iniziale è il canone in re maggiore di Johann Pachelbel: note di rinascita per scaldare la platea.
CONTAMINAZIONI. È la commistione tra i generi la formula più ricercata, sin dal concerto di anteprima con Karima, Ornella Vanoni e Nicky Nicolai, tra gli alri. Musica leggera e classica, con spartiti riletti in chiave jazz, diventano un gancio per tante persone non propriamente appassionate. E tutto intorno una community di musicisti e amanti del genere che anima i diversi spazi allestiti sul centro storico, anche con jam session. Un’edizione che ha messo davanti il talento femminile: “L’altra metà del jazz” lo slogan della quinta edizione, con tante musiciste schierate nei 18 palchi del centro.
Un’idea supportata da Ada Montellanico, impegnata in un omaggio ad Abbey Lincoln, jazz singer che si impegnò nella lotta per i diritti civili in America. Da segnalare anche la scelta all’interno del Palazzo Cappa Cappelli con Eleonora Strino e Rosa Brunello e in “Los fermentos-Shuffle mode”, tra basso elettrico, sax, chitarra elettrica, effetti e batteria. Un progetto sperimentale come quello dell’ensemble Tencofamiglia e Federica Michisanti “Horn trio”. Atmosfere particolari nella basilica di San Giuseppe con Leila e Sara Shirvani duo, subito dopo Stefania Tallini e il suo pianoforte e prima dell’altra pianista Perla Cozzone. Ancora a Palazzo Lucentini-Bonanni, Ludovica Manzo e Alessandra Bossa “O-Janà”, Anna Lauvergnac Quartet, Franca Masu e Sade Mangiaracina duo, Les Scat Noir. Da segnalare, infine, il Roberta Brighi Trio, l’arpa di Marcella Carboni, Luminà e il progetto Multimediale solo “Zadeska”. Anche la street band è tutta al femminile: il gruppo “Girlesque”. Una corsa contro il tempo con la pioggia che ha costretto a fare dei cambi last minute.
Le esibizioni degli allievi del Conservatorio dirottate in piazza Duomo: dalla Conspe Big Band, alla Big Band del Conservatorio dell’Aquila e l’Orchestra Nazionale Jazz. Circa 200 i musicisti coinvolti, circa la metà rispetto alle ultime edizioni, conseguenza della scelta degli organizzatori di mettere un cachet per gli artisti, nonché delle difficoltà a mobilitare una comunità di musicisti così grande. Anche la risposta della gente è stata minore rispetto agli scorsi anni. Tuttavia, non sono mancati i bambini e i ragazzi nei laboratori.
In chiusura, Fabio Concato accompagnato dal trio Paolo Di Sabatino (pianoforte),Marco Siniscalco (contrabbasso) e Glauco Di Sabatino (batteria). Tanti i grandi classici, a partire da “Guido Piano”, “Sexy Tango”, “E ti ricordi ancora”, con un arrangiamento che mette in luce i virtuosismi. Poi “Fiore di maggio”, “Rosalina” e “Domenica bestiale”.