Irene Grandi: canzoni e video per la musica che cambia
Sbarca in Abruzzo, con ben due date nel weekend, il Grandissimo Tour, con il quale Irene Grandi ripercorre i suoi 25 anni di carriera. Una lunga carovana partita dal Parco dei Suoni di Riola Sardo (Oristano) e che si concluderà solo il primo dicembre con una grande festa al Teatro Verdi di Firenze, la città dove Irene Grandi ha mosso i primi passi fino ad affermarsi nel panorama musicale italiano.
Stasera, l’appuntamento è a Meta di Civitella Roveto; domani il palco verrà allestito in piazza Giovanni Leone a Roccaraso. L’album “Grandissimo” è articolato in tre capitoli: il disco si apre con cinque inediti, tra i quali spicca il singolo I passi dell’amore. Nelle nuove canzoni colpisce la dolcezza del suo canto, specie nei brani Sono qui per te e Accesa. A seguire – nella sezione “Insieme” – una serie di brani arrangiati in versione unplugged con la collaborazione di grandi protagonisti della musica italiana, come Loredana Berté, Stefano Bollani, Carmen Consoli, Levante, Fiorella Mannoia e Sananda Maitreya (aka Terence Trent D’Arby). L’ultimo capitolo, denominato “A-Live”, è un’esplosione in chiave elettrica di alcuni grandi successi di Irene. Non mancano i riferimenti alla collaborazione con Vasco Rossi, a corredo di una lunga amicizia. «Lui ha scritto per me La tua ragazza sempre e Prima di partire per un lungo viaggio», ha ricordato più volte la cantante, «mi ha dato la possibilità di intervenire nel suo disco e di aprire i suoi concerti. Si tratta di una collaborazione reciproca che va avanti da oltre vent’anni».
Lo scorso anno, il rocker di Zocca ha collaborato attivamente a “Lungoviaggio”, coronamento di un progetto che nasce dall’incontro del duo Pastis, dei fratelli Marco e Saverio Lanza (rispettivamente fotografo e musicista attivi da lungo tempo nell’ambito della videoarte), con Irene Grandi. Un visual album che si avvale anche degli speciali contributi dell’astronauta Samantha Cristoforetti, dello scrittore Tiziano Terzani (postumo), e della cantautrice Cristina Donà. Lo stesso Saverio Lanza cura gli arrangiamenti nelle sessioni live e suona le chitarre. I concerti si propongono come mosaico narrante composto da tasselli tutti diversi e tutti indispensabili, a formare quell’unità così piena di sfumature e di colori. Un racconto musicale che raccoglie le esperienze ed accoglie le novità.
Che tipo di serata dobbiamo aspettarci?
«Abbiamo lavorato a lungo per offrire uno spettacolo sempre nuovo, con arrangiamenti inediti. Una serata, sicuramente, che ripropone i vecchi cavalli di battaglia, anche se rivisti in una chiave originale. Il tutto sarà accompagnato da una serie di proiezioni video che proponiamo in maniera sperimentale. Proponiamo tre dei cinque pezzi inediti dell’ultimo album».
Ha alle spalle solo chitarra, basso e batteria per un repertorio che alterna ballate intime in acustico a riff distorti e ritmica rock. Come nasce questa scelta?
«È una bella sfida, per Saverio e per me. Da una parte le sua selezione di chitarre ci permette di essere versatili e, talvolta, la chitarra a doppio manico permette di connotare l’atmosfera con un sound particolare. Dall’altra, non essendoci tanti strumenti a riempire, gli arrangiamenti lasciano molto spazio alla mia voce che resta al centro del palco. Sappiamo dare alle canzoni più d’ascolto quell’intimità che li valorizza, ma sappiamo anche tirare fuori la giusta energia nei pezzi in cui si può spingere».
Quali sono i riferimenti negli arrangiamenti?
«Sicuramente Tom Petty, ma anche Nick Cave e i suoi Bad Seeds, senza perdere di vista i maestri del genere, come i Rolling Stones».
In 25 anni la sua carriera ha avuto delle evoluzioni significative, ma forse anche la scena musicale italiana è cambiata. Qual è il suo parere?
«Il cammino di ogni musicista va affrontato con consapevolezza, orientato verso orizzonti di volta in volta diversi, che esprime quell’autenticità che esiste solo quando c’è evoluzione artistica e umana. Tante cose cambiano, anche perché, in questo momento, fare i concerti è molto più importante in passato. Le scene musicali sembrano premiare tutti quelli che sono stati capaci di rinnovarsi, di offrire magari anche pezzi datati, ma in una nuova chiave».