Stracittadina, il mio racconto semiserio a 5 al chilometro
5 Maggio 2019 Condividi

Stracittadina, il mio racconto semiserio a 5 al chilometro

Ci avevano preparati a qualsiasi evenienza: dal rischio pioggia di una domenica diversamente primaverile, al tratto in salita tra via Fontesecco e via Bafile che, se sbagli il passo, ti rifà faccia all’altezza di via Sallustio. Anche al senso di marcia nel parco del Castello dove, se non segui le frecce, ti ritrovi a correre al contrario. E pure alla strozzatura del ponteggio provvisorio allestito sul Corso Stretto che ti fa procedere quasi a passo d’uomo (non che io avessi tutta questa fretta, in ogni caso).

Quello che gli organizzatori dell’Atletica Abruzzo non ci avevano detto – perché forse non lo sapevano neanche loro – era che all’altezza della Fontana Luminosa, avremmo trovato un banchetto bianco e blu con tanto di faccia del capitano che ti invita a firmare una petizione con questo slogan: “Per pedofili e stupratori, galera e castrazione chimica”.

No. A prescindere da come la si pensi, non ti puoi trovare a sbattere contro gli attivisti locali della Lega che ti invitano a mettere una firma per risolvere – dicono loro – il problema della violenza di genere.

Non tutti lo notano. Qualcuno, sì pero. Uno si lascia anche scappare un dito medio. Verrebbe da fermarmi e dire la mia, ma il tempo stringe e voglio tenere la mia andatura costante da 5 minuti al chilometro, né un secondo di più né un secondo di meno: “Never hasten your pace – mai affrettare il passo”, recita un detto zen ed è la mia regola nello sport e nella vita. Vinco anche la tentazione di strappare il poster della petizione e vado oltre… pensiamo a correre va.

La mia è un’andatura da classe turistica in confronto coi primi in classifica. Il primo, l’etiope Adugna Biniyam Senibeta, una vera e propria “star” del circuito Corrimaster, corre al ritmo di 3 minuti e 17 secondi al chilometro. Un passo che non raggiungerei neanche se mi rotolassi dalle curve di Collebrincioni, dove di solito vado ad allenarmi.

Siamo partiti da Collemaggio alle 10,30 in punto per correre verso la Villa Comunale e via XX Settembre. Da lì, comincia il circuito da ripetere due volte. Discesa fino a via Fontesecco e poi tratto in salita attraverso via Sallustio, via Camponeschi e via Bafile fino ai Quattro Cantoni. Si procede dunque per Corso Vittorio Emanuele verso il parco del Castello. Poi via Zara verso Santa Maria di Farfa per sbucare davanti alla chiesa di San Bernardino.

Si passa anche sotto i portici, davanti all’ex scuola De Amicis, il che non guasta, perché vedi un po’ di gente che ti batte il cinque e perché eviti di prendere ulteriore acqua. Un meteo che comunque ha consentito tutte le corse dei più piccoli e la prova non competitiva che ha riempito il centro storico di magliette rosa. Chiunque poteva partecipare: io ho costretto moglie, figli e madre a vestire pettorale e casacca in modalità “aspettando la settima tappa del Giro d’Italia”.

di Fabio Iuliano – fonte: Virtuquotidiane.it